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Conte: “Ho capito che non avrei accettato altri 2 anni chiuso in un garage”

Non le manda a dire, Antonio Conte. A chi gli chiede i motivi del suo addio alla Nazionale dopo gli Europei ha risposto, in occasione della conferenza stampa, così: “Quando dopo le qualificazioni europee ho visto che sarebbero passati altri...

Sabine Bertagna

Non le manda a dire, Antonio Conte. A chi gli chiede i motivi del suo addio alla Nazionale dopo gli Europei ha risposto, in occasione della conferenza stampa, così: "Quando dopo le qualificazioni europee ho visto che sarebbero passati altri quattro mesi prima di tornare ad allenare, ho capito che non avrei accettato altri due anni come chiuso dentro a un garage. Dopo il fallimento Mondiale eravamo partiti con tanti bei propositi ma poi si è fatto come i gamberi... Ci sono situazioni in cui ti ritrovi a essere incudine, in questo caso noi lo siamo, ne prendiamo atto, il mio riferimento rimane sempre il presidente e se mi dice che alcune cose sono state riviste io ne devo prendere atto".

Una questione di chiarezza - "Se avessi preso ancora tempo, l'altro 50% mi avrebbe accusato di mancanza di correttezza. Purtroppo non si è abituati a persone che parlano molto francamente e a volte quando accade di incontrarle si rimane spiazzati, viviamo in una situazione dove la mancanza di trasparenza è all'ordine del giorno. Io sono molto sereno, chi mi conosce sa come la penso, la trasparenza paga, magari non all'inizio, ma alla fine correttezza e trasparenza pagano. Tutto finisce, ma alla fine mi devo incontrare con delle persone che poi posso guardare in faccia, l'ho sempre fatto e sono orgoglioso di come sono."

Rimpianti? "Mi è dispiaciuto vedere in questi due anni che qualsiasi cosa veniva fatta per Antonio Conte o contro Antonio Conte e non per la Nazionale, dispiace perché la Nazionale è di tutti, non mia, se andava fatta qualcosa lo si faceva per l'Italia e gli italiani, non era una cosa soggettiva, ma a volte fa più audience andare sul nome. Sinceramente sono stato un po' combattuto prima di prendere la decisione di lasciare la Nazionale. Quando inizi a lavorare in un gruppo in cui ti trovi bene diventa difficile fermarsi e dire basta. Hanno prevalso tante situazioni e ho ascoltato il mio cuore come quando ho accettato la Nazionale. Dopo la qualificazione agli Europei, a ottobre, sarà stata la gioia, il fatto di creare un gruppo di calciatori affiatato, ma ero pieno di soddisfazione. In quel periodo ho valutato se c'era la possibilità di andare avanti, ma poi sono passati altri 4 mesi ed è stata veramente dura. Stare 4 mesi senza fare niente e pensare ad altri due anni così... ho avvertito una difficoltà. Bisogna capire dove si è felici. Io sono felice qui ma so anche che farei molta fatica a stare in garage".

Carica Europei - "Ho tanta voglia di lavorare, mi eccita il fatto che abbiamo questo appuntamento importantissimo a giugno, abbiamo lavorato per due anni per arrivarci, sono bello carico e pronto a lavorare sotto tutti i punti di vista e su questo non c'è dubbio. Sono esperienze che possono capitare una sola volta nella vita. Per me è un grandissimo orgoglio essere il commissario tecnico azzurro, lo è stato fin dal primo giorno, sento grande responsabilità, è inevitabile che accada, ma ho grande voglia di lavorare con i ragazzi, abbiamo costruito un gruppo di lavoro importante sotto vari punti di vista, sappiamo che ci sono altre nazionali che possono essere più forti rispetto a noi, ma sappiamo che con il lavoro e l'essere squadra possiamo colmare gap che indubbiamente ci sono".

Amichevoli - "In questo doppio match devo fare delle valutazioni. Le avrei volute fare anche in precedenza e mi ritrovo a due mesi dagli Europei ad ascoltare quello che dice il campionato e vedere poi se ci sono alcuni calciatori che possono entrare a far parte della rosa, se hanno delle caratteristiche per entrarvi. Cerco calciatori eclettici, essendo un torneo breve e avendo 20 giocatori hai bisogno di calciatori che se capita un infortunio possano fare più ruoli. Queste due partite e gli allenamenti mi serviranno a testare, a vedere se elementi come per esempio Thiago Motta possono entrare a far parte di questo gruppo. Pirlo? Non ci siamo sentiti per telefono ma c'è un grandissimo rapporto, una stima professionale talmente alta che non ce n'è bisogno"

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