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Conte: “Mancini, ottimo lavoro. Italia senza stelle? Col fuoriclasse non vinci”

Matteo Pifferi

Nel corso dell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Antonio Conte ha parlato tanto anche di Nazionale

Nel corso dell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Antonio Conte ha parlato tanto anche di Nazionale.

Come giudica la nostra Nazionale e vede qualche assonanza con la sua?

«Quando si parte in una competizione così importante c’è sempre un giusto entusiasmo. Intorno a questa Nazionale ce ne è ancora di più rispetto alla mia in virtù anche dei 27 risultati consecutivi e delle tante ottime prestazioni. C’è autostima, fiducia e si inizia con il vento in poppa».

Ma questa lunghissima striscia di risultati può aver creato un eccesso di aspettative?

«Io mi prenderei l’aspetto positivo di questi 27 risultati positivi: la sicurezza nei propri mezzi, la consapevolezza di essere bravi e di potersela giocare con tutti».

Come giudica il lavoro di Mancini?

«Roberto sta facendo un grandissimo lavoro, non lo dicono solo i risultati: è riuscito a creare un gruppo convinto, entusiasta, coeso. Un collettivo che ci crede e dà tutto. Non è semplice».

Noi abbiamo certamente un’ottima squadra, alcuni avversari hanno qualche stella in più.

«Parla con un allenatore che ha sempre puntato sul gruppo e sul collettivo imposta il proprio credo. Le vittorie arrivano sempre di squadra. È il gruppo che esalta l’individualità e il talento. Col solo fuoriclasse non vinci. A meno che non si chiami Pelè o Maradona, ma quelli erano extraterrestri».

Dove può arrivare questa Nazionale?

«Ci auguriamo il più lontano possibile, poi una volta superato il gruppo a gironi bisogna essere anche fortunati negli incroci. A quel punto può succedere di tutto».

C’è qualche individualità azzurra su cui si sente di scommettere?

«Ci sono singoli con qualità importanti. Ma ripeto il concetto precedente: se funziona il collettivo allora si esalta il talento. L’abilità di Insigne nel saltare l’uomo, gli strappi di Chiesa e Berardi, gli inserimenti di Barella, la forza dei centrali Bonucci e Chiellini che restano una garanzia, la reattività e lo strapotere atletico di Donnarumma uno dei tre migliori portieri al mondo».

Come giudica il nostro girone?

«Nessuna partita te la porti da casa, ma si può essere ottimisti per quello che abbiamo fatto vedere finora».

Ci sarà il suo amico Oriali accanto al Mancio.

«Mancini è a capo di tutto, ma è coadiuvato da un ottimo staff e da due figure eccezionali. Tutti sanno quanto stimi Oriali che ho avuto con me in Nazionale e nell’Inter. Il suo è un apporto fondamentale. E poi c’è Vialli che per tutto quello che è e rappresenta in questo momento è un esempio di forza, umanità, tenacia».

Mettiamo in fila le favorite, oltre all’Italia?

«In prima fila Francia e Germania. Subito dietro Belgio, Spagna, Portogallo e Inghilterra».

Da Lukaku ad Eriksen, da Bonucci a Barella, da Kantè a Pogba... Questo Europeo è pieno di “suoi” giocatori.

«Li seguirò tutti con grande piacere ed affetto. Devo ringraziarli, hanno accompagnato e reso migliore la mia carriera. Alcuni li ho avuti poco più che ragazzi e ora sono campioni affermati: lo vivo con grande soddisfazione».

Vedrà partite dal vivo?

«Non credo, non è semplice spostarsi, ma seguirò tutte le partite in tv».

Un messaggio per gli azzurri?

«Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l'Italia chiamò».