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Dalle colonne della Gazzetta dello Sport, in un lungo articolo Antonio Conte analizza la splendida cavalcata dell'Italia all'Europeo. Gli azzurri guidati da Mancini sono approdati in finale dopo aver battuto la Spagna e adesso sono attesi dall'ultima gara contro l'Inghilterra.
"L’Italia è arrivata in finale con pieno merito. Perché si è dimostrata più completa di ogni avversario incontrato e capace di gestire diverse situazioni di gioco, sia in fase di possesso che di non possesso palla. Cercando di mantenere sempre una propria idea, identità e stile, ma sapendosi anche adattare alle qualità fisiche, tecniche e tattiche degli avversari, per trovare il modo migliore di ottenere il massimo risultato. Il grande merito di Mancini è aver dato alla squadra tante conoscenze che i giocatori dimostrano di aver mandato a memoria. Il nostro c.t. deve andarne orgoglioso".
"Il mio giudizio sulla partita della Spagna contro l’Italia è meno entusiasta rispetto a tanti altri che ho letto o ascoltato. Si è parlato tanto del loro possesso palla e del dominio del gioco. Ma cosa si intende per dominio del gioco e cosa deve portare? Per come lo intendo io, deve portare ad azioni da gol e situazioni di pericolo per gli avversari. E da questo punto di vista il dominio spagnolo contro l’Italia non è stato così evidente".
"Spesso in Italia vediamo l’erba del vicino più verde della nostra. Ma non sempre è così. Gli allenatori italiani sono tra i più bravi, completi e preparati al mondo. E sanno trasferire le loro conoscenze. Nel calcio per vincere bisogna saper fare tutto, in base ai momenti della partita. Se sei bravo solo in una cosa, non sempre basta. I nostri giocatori sono stati allenati a gestire tutte le diverse fasi di gioco".
"Nel calcio moderno un allenatore deve insegnare alla sua squadra i tre momenti nelle due fasi di possesso e non possesso palla. E i giocatori, a loro volta, devono capire quando metterli in pratica durante una partita".
"La fase di possesso prevede tre tipi di costruzione di gioco: partendo dal basso; intermedia; nella metà campo avversaria con la loro squadra schierata con tutti gli effettivi".
"Quella di non possesso invece prevede: una pressione ultra offensiva; una intermedia; l’occupazione dello spazio nella propria metà campo. La nostra Nazionale ha dimostrato di conoscere tutte queste fasi. Per questo siamo completi".
"Con tutto il rispetto per tutti gli altri giocatori, oggi il punto di forza dell’Italia è rappresentato dal trio Donnarumma-Bonucci-Chiellini. Loro tre insieme danno sicurezza a tutta la squadra. Considero Donnarumma uno dei tre migliori portieri al mondo: decisivo tra i pali, coraggioso nelle uscite e abile con i piedi. E di Bonucci e Chiellini, cosa dire? Nonostante mille battaglie, sentono ancora l’odore del sangue. Mentalità vincente, esperienza, carattere, forza. Nella gestione dei momenti sono due assoluti top player nel ruolo".
"L’Inghilterra aspetta questa partita da una vita. Non hanno mai vinto un Europeo e l’unico trionfo ai Mondiali è datato 1966. L’aiuto di Wembley può essere una spinta enorme ma anche una zavorra, perché i calciatori potrebbero sentire la pressione. Quando sono andati in svantaggio con la Danimarca hanno mostrato un po’ di difficoltà a livello emotivo, così come all’inizio del secondo tempo supplementare per la paura che l’obiettivo a portata di mano potesse svanire. Noi avremo meno tifo sugli spalti, ma più esperienza di loro in campo. Sappiamo cosa significa disputare le finali. E sappiamo anche come si vincono".
(Gazzetta dello Sport)
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