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Incredibili le differenze tra Roberto Mancini e Antonio Conte nel modo di lavorare. Le evidenzia il Corriere della Sera nella sua edizione odierna, spiegando come i due tecnici siano davvero agli antipodi: "Entrambi hanno creato un gruppo solido e affidabile. Partendo da poli lontani. Mancini non stressa i suoi discepoli. Conte, invece, vive sempre in trincea, i nemici lo caricano e alza costantemente la linea della concentrazione.
In Nazionale voleva poca gente intorno alla squadra e molti «federali» dovevano stare alla larga dal ritiro. L'ex interista è un accentratore: tutto doveva passare da lui, non solo le questioni di campo, ma anche quelle apparentemente secondarie perché i dettagli fanno la differenza. Gli orari, nel ritiro francese di Montpellier, erano rigidi e a inizio raduno ha rifatto da zero la preparazione fisica. Mancini è diverso, delega e condivide, soprattutto con il suo gruppo di fedelissimi.
E la preparazione, avendo tempi stretti, l'ha gestita lavorando più sul piano individuale e responsabilizzando i giocatori. Con Conte gli allenamenti erano spesso doppi e la colazione per tutti alla stessa ora. Il nuovo corso, invece, ha regole diverse: la mattina il caffè è libero, anche il giorno della partita, entro le 10.30: c'è chi alle 8 è già nella sala ristorante e poi va a fare massaggi o terapie e chi, invece, si presenta all'ultimo momento".
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