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"Buona la seconda. Perché porta dritta allo scudetto, dopo un mercato che fu il primo a risentire degli effetti economici della pandemia. E così, dopo aver bloccato per tempo l’acquisto di Hakimi - il marocchino arrivava a compensare una lacuna sulla destra della stagione precedente -, dal presidente Steven Zhang arrivò l’ordine di ridurre gli investimenti. Non era più tempo di Lukaku e Barella di altre spese pazze, per intendersi. E allora Conte indicò i nomi del fidato Vidal e di Kolarov, entrambi a costo zero. E con loro Darmian, rivelatosi utilissimo pur non essendo un titolare. Fu il mercato di un vano inseguimento a Kanté, nella speranza di riuscire a piazzare Brozovic", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"Fu l’occasione per riaccogliere a casa Perisic. Al croato, a differenza dell’estate precedente, fu ritagliato il ruolo di esterno a tuttafascia a sinistra. Ma Conte, strada facendo, considerato anche il rendimento deludente di Vidal, trovò il modo di inserire in pianta stabile Eriksen sul centrosinistra in mezzo al campo. Il danese fu uno dei tanti segreti dello scudetto. Quella squadra era arrivata a toccare quasi i 150 milioni di monte ingaggi (149 per l’esattezza), ma aveva tagliato a braccia alzate il traguardo messo nel mirino con il biennio di Conte. Anche al prezzo di lasciare per strada l’Europa, con il deludente ultimo posto nel girone di Champions. Il tecnico, dopo la festa tricolore, decise di andar via. L’Inter voltò pagina con Simone Inzaghi. E in quell’estate, 2021, scoprì che cosa voleva dire cedere i big sul mercato, Hakimi prima (al Psg) e Lukaku poi (al Chelsea)", aggiunge Gazzetta.
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