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Conte e il sesso. GdS: “Fa parte del suo decalogo. Già in estate ai giocatori aveva chiarito…”

Matteo Pifferi

Le parole del tecnico all'Equipe hanno lasciato strascichi anche ironici

Le parole di Antonio Conte in merito al sesso hanno fatto il giro del mondo: il tecnico, ai microfoni dell'Equipe, ha condiviso pubblicamente alcuni consigli intimi che è solito dare ai suoi giocatori. Ecco il pensiero de La Gazzetta dello Sport:

"Sai che effetto strano avranno fatto ai francesi, anche ai francesi, quelle parole di Antonio Conte al magazine dell’Equipe. Parigi, patria del libertinismo: proprio a loro l’allenatore ha voluto raccontare il metodo Conte applicato al sesso, molto poco libertino per la verità, rigido come un 3-5-2 senza trequartisti. Si può dire: il tecnico è andato lungo, andando a toccare tematiche che sono certamente sensibili. Oppure si può sposare la tesi secondo cui l’ironia vince sempre su tutto. Buonismo o meno, di certo Conte a suo modo ha riscritto la storia anche dal punto di vista comunicativo. Non si ricordano allenatori scesi così nei particolari delle indicazioni date ai loro giocatori sul sesso".

NESSUNA SORPRESA - "Le parole sono diventate di dominio pubblico ieri mattina, ma certo non hanno colto di sorpresa ad Appiano Gentile, perché frutto di un’intervista di due settimane fa. Conte non immaginava che l’eco per le sue parole fosse così vasta: giro del mondo andata e ritorno. E sarà così anche nei prossimi giorni, almeno a giudicare anche dai riscontri social: le parole sono diventate virali, regalando lo spunto per una miriade di commenti. È evidente che l’interista rientri in quella categoria di allenatori che ritiene sia meglio evitare rapporti sessuali nelle vicinanze del match. Fa parte del decalogo Conte. E, prima di dichiararlo all’Equipe, già in ritiro in estate aveva chiarito il suo pensiero al riguardo con i giocatori. Lui che si è sempre identificato in Giovanni Trapattoni, ha preso spunto proprio dal Trap al riguardo, che pare dicesse ai suoi «Al giovedì chiudete i rubinetti». O allo stesso Arrigo Sacchi, ma non certamente a Cesare Prandelli che invece al riguardo ai tempi della Nazionale aveva – lui sì – un approccio più libertino".