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Cordoba: “Skriniar non si discute, andava protetto di più. All’Inter consiglio Lucumì”
Dell'Inter di questa prima parte di stagione e delle mosse di mercato che riguardano i nerazzurri ha parlato a Tuttosport l'ex difensore interista Ivan Cordoba:
La vera Inter è quella dei passi falsi in campionato o quella bella in Champions?
«La vera Inter è quella che va al Camp Non e fa la partita. Se fai questo a Barcellona vuol dire che sei forte. Se non hai quelle qualità, quelle capacità non fai una partita del genere. Non ci riesci. Devono trovare la continuità che li ha portati a vincere lo scudetto. Manca solo quella all’Inter oggi».
«Ho rivisto quello spirito, di una squadra che non aveva paura di sbagliare. E sono contento che non abbiamo vinto... Meglio restare con i piedi per terra e continuare a lavorare per migliorare. Ma questa squadra ha dimostrato di essere una corazzata».
«In difesa l’Inter non si deve preoccupare. Forse io avrei preso un difensore in più prima, fin da subito. Non avrei aspettato la fine del mercato per prendere Acerbi. L’Inter aveva bisogno di un giocatore in più. Se giochi con una difesa a tre devi averne almeno cinque. Noi giocavamo con due difensori centrali e ne avevamo sei…»
«Per me Skriniar non si discute mai. Può avere alti e bassi ma è un giocatore che ti dà sicurezza, che garantisce un rendimento alto e costante nel corso della stagione. Il contratto? In estate la società lo ha messo in una condizione non semplice, forse dovevano proteggerlo un po’ di più».
«Se non punti su giocatori come Skriniar o Bastoni che sono sul futuro su chi devi puntare? Sono il futuro dell’Inter e Alessandro è anche il futuro della Nazionale di Mancini».
«È una bella conferma. Poteva esserci il dubbio del salto in avanti, del potersi meritare una squadra come l’Inter. Inzaghi lo conosce bene e la sua fiducia lo ha sicuramente aiutato e ha dimostrato di essere un giocatore affidabile. Non sarà il giovanissimo ma da lui sai cosa aspettarti».
«De Vrij è forte. Può aver avuto un momento no. Ma Stefan non si può discutere…»
«Dico Skriniar per l’aggressività, per quella voglia di andare a prendere il pallone. Finché non prende il pallone non è contento. È una vocazione. Come l’attaccante muore per far gol, lui muore per recuperare il pallone. Anch’io ero così…»
«Dico Jhon Lucumí e non perché sia colombiano. Lo seguo da quando giocava nel Calì e con la maglia della Colombia Under 17. Lo seguo anche oggi che gioca nel Bologna. È forte fisicamente, è mancino. Può fare il terzino o il centrale, può giocare a tre come a quattro».
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