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Fonte: Instagram Cordoba
Lunga intervista concessa dall'ex difensore Ivan Ramiro Cordoba ai microfoni di Libero. L'attuale dirigente del Venezia ha risposto così anche alle domande sull'Inter.
A febbraio è approdato nella dirigenza del Venezia: come sta andando questa avventura dietro la scrivania?
«Sono entusiasta perché ho trovato un progetto serio. Qui tutto è stato costruito passo dopo passo, senza promesse eccessive. Sono convinto che si possa fare qualcosa di importante grazie a una proprietà solida e affidabile».
Lei ha avuto tanti grandi dirigenti: a chi si ispira?
«Giacinto Facchetti, il simbolo del dirigente integro. Ti trasmetteva tantissimo con poche parole. Parlava con l’esempio dei comportamenti».
Il Venezia sta facendo benissimo e ha conquistato i playoff con 2 turni d'anticipo: l'appetito vien mangiando, tra qualche mese ci sarà Inter-Venezia in Serie A?
«Perché no? È un sogno che può essere realizzato. I ragazzi hanno ottenuto già qualcosa di importante, visto che i pronostici di inizio stagione ci davano coinvolti nella lotta salvezza e invece siamo ai playoff».
Veniamo all'Inter: dopo 11 anni i nerazzurri sono tornati a vincere lo scudetto. La squadra di Conte può aprire un ciclo di vittorie come il vostro?
«Assolutamente si, perché oggi l’Inter ha di nuovo una squadra di grande carattere. Nonostante le difficoltà societarie e le problematiche legati agli stipendi, i giocatori hanno tirato dritto».
La critica ha paragonato Bastoni a lei: può essere il suo erede?
«Abbiamo qualità molto diverse. Bastoni è un giovane talento, che ha dimostrato già grande maturità: può fare una grande carriera all’Inter e in nazionale.Mi auguro diventi una bandiera interista».
Uno dei migliori calciatori della Serie A è il suo connazionale Muriel, che piace all'Inter per la prossima stagione.
«Lo vedrei benissimo da noi. Muriel ha avuto anni in cui non riusciva a essere costante nel rendimento, adesso invece con Gasperini ha tirato fuori il meglio di sè ed è pronto per una grande squadra. È maturato tanto e può essere l’uomo giusto per l’Inter, a cui manca uno come Luis. Muriel più Lukaku e Lautaro: un attacco atomico!».
A proposito di grandi attaccanti colombiani l'Atalanta ha pure Zapata: lui e Muriel sono la miglior coppia gol della A?
«Penso di sì. Sono 2 punte che hanno tante cose in comune, ma riescono a combinarsi bene. Hanno tutto: potenza e tecnica. Inoltre non c’è rivalità tra loro, anzi sono molto amici e in campo si vede».
E Mourinho? Che effetto le fa rivederlo in Italia sulla panchina della Roma?
«Mi fa molto piacere rivederlo in Italia. Ha scelto una squadra che non c’entra nulla con le rivali storiche dell’Inter come la Juve. Da interista perciò non mi dá fastidio vederlo alla Roma. Mou ama le sfide impossibili e i giallorossi lo sono. Il suo ritorno alza il livello della Serie A».
Lo Special One può portare la Roma a lottare per lo scudetto?
«Sicuramente. Josè è un condottiero, lo conosco bene. Lui non è uno che punta a vincere la Coppa Italia o al quarto posto. Se ha accettato la panchina della Roma è perché è convinto di portarla a lottare per il titolo, altrimenti non ci andava».
Oggi c'è Inter-Samp: viene in mente quello 0-0 in cui foste espulsi lei e Samuel e lo Special One fece il gesto delle manette verso l'arbitro Tagliavento. Si ricorda quell’episodio?
«Come no (sorride, ndr). È stata la gara in cui Mourinho ha capito come funzionavano le cose nel calcio italiano. Noi nello spogliatoio gli avevamo raccontato tante volte degli episodi che ci erano capitati, quando lottavamo per vincere. Quella sera Josè capì cosa avevamo vissuto in passato. Le sue manette ebbero un significato fortissimo quasi a dire “mi potete mettere in carcere ma noi andremo avanti contro tutti e tutto”. Mou ci sapeva proteggere dagli attacchi esterni. Il suo gesto ci caricò tantissimo».
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