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Cordoba:” Legato tantissimo a Zanetti, Mondiale per Club unico per me. Moratti…”

Francesco Parrone

A Click, programma trasmesso dal canale tematico nerazzurro, Inter Channel, l’ospite della nona puntata è una delle bandiere che in questi anni ha contribuito a portare l’ Inter sul tetto d’ Europa e del Mondo, l’amato...

A Click, programma trasmesso dal canale tematico nerazzurro, Inter Channel, l'ospite della nona puntata è una delle bandiere che in questi anni ha contribuito a portare l' Inter sul tetto d' Europa e del Mondo, l'amato vicecapitano Ivan Ramiro Cordoba. Nell'intervista fotografica, il difensore nerazzurro ripercorre tutti i bei momenti vissuti: fin dal suo arrivo in Italia nel 2000 per terminare con la vittoria nel Mondiale per Club ad Abu Dhabi, trofeo che per lui ha un significato speciale: "E' stato un sogno per me essere riuscito arrivare in Italia e poi diventare cittadino italiano dopo dieci anni, però ci siamo riusciti e siamo contenti. Qui ho trovato persone molto calde, vicine alla cultura colombiana e questo a me è piaciuto fin dall'inizio. In un futuro lontano comunque non escludo di tornare in Colombia"

Si passa all'immagine dello spogliatoi, un luogo e uno spazio che Cordoba conosce bene, che lo ha visto protagoinista in questi 11 anni in tanti momenti belli e meno belli: "Credo sia qualcosa di speciale per noi giocatori, quasi un luogo di culto, un luogo sacro e non posso raccontare quello che succede dentro (ride ndr)".

Uno dei ricordi personali più belli è il goal in finale di Coppa America contro il Messico nel 2001. Cordoba in quella partita con quella rete diede la vittoria alla sua Nazionale: "Era una partita molto difficile perchè sapevamo di affrontare forse la squadra favorita. Loro erano abituati a giocare in quelle condizioni, avevano preparato bene questa gara ma anche noi venivamo da un momento incredibile. Fu una partita molto combattuta, non ci furono occasioni nè da una parte nè dall'altra e sbloccamo il risultato con un calcio di punizione dove io poi di testa feci goal. Ovviamente la felicità fu enorme, andai in cielo e tornai, fu una gioia immensa per me, per tutti i colombiani e per la mia famiglia".

Sul monitor compare una foto in cui lui e capitan Zanetti stringono insieme la Supercoppa Italiana vinta nel 2010 contro la Roma, Cordoba parla del loro rapporto di amicizia, quasi fraterno: "A Javier sono legato moltissimo aldilà degli anni,delle partite giocate e degli allenamenti fatti insieme. Questo affetto me lo ha fatto capire lui quando sono arrivato all'Inter, mi ha dato subito una grande protezione, quella che serve quando uno arriva in un nuovo club e non ha esperienza. Lui mi ha indicato subito la strada giusta da seguire".

A Zanetti lo lega anche anche l'umanità e la solidarietà. Come lui anche Cordoba ha fondato nel suo paese la fondazione 'Colombia te quiere ver' che aiuta con assistenza medica e tanto altro, le famiglie e i bambini più in difficoltà del suo paese: "Per tutto questo usiamo una barca che si chiama Esperanza, che dà appunto tantissima speranza a tutte queste persone che vedono per la prima volta arrivare un aiuto medico o una collaborazione da parte di tanti volontari. L'idea è nata un giorno, quando arrivò un amico volontario al San Raffaele e mi diede l'input per iniziare questa missione grazie a questa barca che va via fiume nei villaggi più sperduti per aiutare la gente con tante situazioni difficili. Adesso sono felice perchè siamo riusciti in questo e continuo ancora ad operare, adesso c'è anche una seconda barca più grande".

L'altro momento più bello è la vittoria del Mondiale per Club, Ivan commenta l'immagine che raffigura lui mentre stringe forte la coppa:"L'abbraccio  perchè ci tengo tantissimo, quello è stato un anno particolare e  per noi vincere quel torneo era un obiettivo che avevamo in mente da subito dopo la Champions League. Con la Champions ho avuto un piacere-dispiacere, il piacere di poter essere parte del gruppo e il dispiacere di non averla potuta giocarela finale, comunque ho provato ugualmente una gioia immensa. In quell' occasione invece ho avuto la possibilità di giocare e di provare le sensazioni di stare in campo, questo è diverso, quindi tengo tantissimo a questa coppa".

Si chiude sulla famiglia Moratti, tanto stimata dal vicecapitano nerazzurro:"Se io sono rimasto qui all'Inter, è perchè ho sempre voluto ringraziare loro per la fiducia che mi hanno dato. Ovviamente ci sono anche i tifosi, tutta la gente e tutti quelli che lavorano con l'Inter, ma tutto parte dalla famiglia Moratti che prende le decisioni. Quello che mi colpisce del presidente è che ogni volta che parla con me o con qualsiasi altro, dice le cose con un'attenzione impressionante, si ricorda molto di tutti i dettagli, ha una memoria incredibile. Lui ha la qualità di dirti le cose quando meno te l'aspetti per farti rialzare nei momenti più difficili. Per esempio, quando non riuscivamo a vincere, magari, ti aspettavi qualche battuta al veleno, invece veniva e ci riempiva ancor di più di fiducia per andare a giocare e vincere la prossima partita. Così siamo riusciti a risalire, e penso che lui sia stato sempre consapevole di tutto quello che ha fatto".