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Getty Images
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista e tecnico Eugenio Corini ha parlato dell'importanza del regista nelle squadre:
«Dipende da come vuole giocare Max. Alla Juve aveva Pirlo, ma al Milan ha vinto uno scudetto con Van Bommel, un equilibratore davanti alla difesa. Oggi può utilizzare davanti alla difesa Locatelli, che è un calciatore completo, pur non essendo un regista puro. Ha buon piede, sa giocare a protezione dei due centrali e anche avviare l’azione discretamente, avendo giocato col “doppio play” al Sassuolo di De Zerbi. Chiaro, non ha il cervello calcistico di un Jorginho, che è uno dei più forti al mondo a tradurre sul campo il pensiero dell’allenatore».
«Tantissimo. Fosse solo ricevere palla, alzare la testa e lanciare come era nel passato potrei giocare ancora io (ride ndr). Oggi si va a mille all’ora e una delle principali caratteristiche è crearsi l’opportunità migliore per far uscire la palla in fase d’inizio azione. Prendete Brozovic: va a destra, a sinistra, si muove in base a cosa fanno attorno a lui i compagni, tessendo il gioco non solo con i mediani, ma anche con i terzi di difesa, vedi Bastoni. Il regista una volta aveva semplicemente un bel piede, quindi si sapeva che il gioco sarebbe passato da lui. Oggi serve, oltre alla corsa, un’intelligenza superiore nella lettura di spazi e situazioni».
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