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CorSera – Anche Moratti sul treno dei desideri. Il futuro passa da Firenze…

Francesco Parrone

Non era mai successo. Per la prima volta in 18 anni da azionista di maggioranza dell’Inter, Massimo Moratti ha viaggiato con la squadra. Come un giocatore. Stasera a Firenze i nerazzurri si giocano uno spicchio di possibilità di conquistare un...

Non era mai successo. Per la prima volta in 18 anni da azionista di maggioranza dell’Inter, Massimo Moratti ha viaggiato con la squadra. Come un giocatore. Stasera a Firenze i nerazzurri si giocano uno spicchio di possibilità di conquistare un posto in Champions League. Sono giorni particolari, e non solo perché conducono al derby, passando per Cluj (giovedì). L’infortunio di Diego Milito resta una «sberla spaventosa» e una perdita tecnica pesantissima. L’intervento, eseguito ieri al San Matteo di Pavia, «è perfettamente riuscito», ma ripartire dopo la lesione al crociato anteriore e al collaterale esterno del ginocchio sinistro è come affrontare un sesto grado. Moratti, con la sua presenza, ha voluto dare un segnale importante a Milito, alla squadra, ai tifosi, a tutti. «Gli obiettivi non cambiano», aveva detto venerdì.

E ieri lo ha ripetuto Andrea Stramaccioni: «Ho sentito molte volte Diego in queste ore; non solo siamo con lui, ma lo aspettiamo tutti. Non riesco a vedere l’Inter del prossimo anno senza di lui. Nella mia Inter, in quella di tutti, non esiste la nostra squadra senza di lui. Noi siamo l’Inter e i nostri obiettivi non cambiano. Dovremo dare tutti qualcosa in più, abbiamo bisogno del contributo di tutti, di chi magari finora è stato dietro, non solo Rocchi ma anche Alvarez, insieme a Palacio, Cassano e Guarin. Tutti». Il tecnico dovrà inventarsi qualcosa in attacco, perché, se l’Inter supera il Cluj, giocherà ogni tre giorni, con gli attaccanti in numero contingentato. Tutti sul Frecciarossa sulla strada verso Firenze; anche se si viaggia a 300 all’ora, Moratti avrà avuto tempo e modo di ripensare a questi 18 anni in prima linea. Il 18 febbraio 1995 il passaggio di proprietà era diventato ufficiale; il 19 aveva assistito alla vittoria sul Brescia (1-0, Berti); il 26 aveva visto in Spagna la partita di Firenze, la prima trasferta della sua gestione.

Partita giocata allora come oggi la domenica dopo la fine di Sanremo (vittoria di Giorgia) e finita 2-2, con Facchetti, allora team manager, espulso dall’arbitro Rosica (poi escluso dalla Can nel 1996 per scarso rendimento). Quella di Moratti doveva essere, nelle intenzioni del presidente, un’avventura di cinque anni; invece, com’era facile immaginare, dura ancora, con tanti fuochi d’artificio e non soltanto perché i nerazzurri, partendo dal settimo posto del 1995-’96, sono arrivati in cima al mondo (18 dicembre 2010). Una scalata partita da Firenze il 9 settembre 2006, con il 3-2 della prima giornata di campionato (doppietta di Cambiasso e Toni, gol di Ibrahimovic), che aveva rappresentato il trampolino di lancio verso lo scudetto dei 97 punti.

Anche l’esito del rinnovamento di questa stagione passa da Firenze, dove ha vinto il Pescara, ma non la Juve, e nemmeno Napoli e Lazio. Lo ha ricordato Stramaccioni: «Ci aspetta una partita della massima difficoltà. La Fiorentina ha il giusto mix tra forma e motivazione, li troveremo arrabbiati e affamati. E in più non hanno giocato in settimana. La più grande differenza rispetto all’andata saranno le presenze di Aquilani e Toni, tornato ad essere un punto di forza. Sarà una partita bellissima. La situazione degli infortunati non ci aiuta nella gestione delle energie, ma stringeremo i denti». Ed è per questo che Stramaccioni vuole valutare fino all’ultimo la condizione dei giocatori. A cominciare da Kovacic: ha stupito S. Siro, ma non ha nemmeno 19 anni.