La guerra fra Inter e Juve vista dal Corriere della Sera, che parla di come sia scaturito tutto questo livore fra le due squadre che ha portato a farsi dispetti e controdispetti sul mercato, in ultimo quello nella trattativa Lukaku, da cui comunque i Bianconeri sembrano quasi fuori dopo che il Manchester United sembrerebbe aver chiuso la porta a Dybala:
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Corsera – Caro nemico ti sorpasso: Lukaku conteso fra Inter e Juve e colpi bassi
Il Corriere della Sera parla della guerra sul mercato fra i due club
"C’era una volta il derby d’Italia. Adesso Juventus-Inter ha tutta l’aria di una guerriglia Paratici contro Marotta. E viceversa, chiaramente. Anche se la posizione della squadra che ha vinto otto scudetti di fila è dominante. Il 6 ottobre è il giorno del primo scontro diretto a San Siro. Ma per lo scontro indiretto ogni giorno è buono tra veleni, dispetti e sospetti," scrivono Colombo e Tomasselli sul quotidiano milanese.
L'Inter ha deciso di puntare su due personaggi, Marotta e Conte, che erano stati fondamentali per i successi recenti della Juventus, nel caso del mister una vera leggenda juventina, visti anche i trascorsi da calciatore in bianconero:
"Il passaggio a Milano prima di Marotta, fatto fuori da Andrea Agnelli, e poi di Antonio Conte, il capitano di mille battaglie bianconere in campo e in panchina, ha fatto scattare qualcosa nella coppia Paratici-Nedved, consapevole che l’Inter è l’unica avversaria ad avere una potenza economica alle spalle come Suning in grado di competere, almeno in teoria, con quella della Juve. Che dopo l’affare Ronaldo è entrata in un’altra dimensione certo, con i suoi onori ma anche con oneri pesanti per tenere il bilancio in linea con le esigenze della casa madre: armonizzarle con conflitti personali non è facile e i rischi sono dietro l’angolo.
Ed ecco che è scaturita l'idea di fare uno sgambetto nell'affare Lukaku:
"Così i bianconeri, che si sono inseriti nella trattativa tra Inter e United per Lukaku offrendo lo scambio con Dybala, potrebbero trovarsi senza il centravanti belga e con l’argentino, ormai scaricato urbi et orbi, come ospite indesiderato alla Continassa, dove oggi intanto farà le visite mediche e il primo allenamento con Sarri. Dall’Inghilterra non usano mezzi termini: il Manchester si sarebbe stufato delle pretese e delle incertezze di Dybala, legate alle richieste troppo esose di ingaggio e alla cessione dei diritti di immagine, complicata dalla causa aperta col suo vecchio procuratore. Insomma siamo all’ultimatum. A Old Trafford, con un triennale, potrebbe intanto finire Mandzukic".
La Juventus alla fine non potrebbe uscire benissimo dalla vicenda Lukaku, visto il modo in cui si era intromessa nella trattativa, che sembrava inizialmente un blitz di successo in piena regola:
"Se il centravantone belga non andrà a Torino sarà una sconfitta per la Juve. Se andrà all’Inter, sempre in contatto con lo United, allora sarà un k.o. con autogol, perché oltre a Dybala (sul quale Marotta ha preso informazioni) c’è anche Higuain da piazzare e rimpiazzare. Anche se la Roma, con cui è nata l’asse di mercato in contrapposizione all’Inter (che vuole lo sconto su Dzeko e ha pagato caro Barella dopo l’inserimento giallorosso), aspetta con fiducia lo spostamento delle altre pedine. Prima si sgonfia questo vortice e meglio è per tutti, naturalmente fino al prossimo obiettivo comune su cui scannarsi".
Infine il Corriere della Sera spiega come si è arrivati ad avere tutta questa acredine fra dirigenti:
"Ma come si è arrivati a questo conflitto continuo? Il rapporto tra maestro e allievo è durato 15 anni, con l’ex terzino di serie C cresciuto da dirigente con Marotta prima alla Samp e poi alla Juve. È finito con l’arrivo di Ronaldo, merito della capacità visionaria di Paratici e con la scelta di Agnelli di rottamare il sessantenne Beppe per lanciare il suo braccio destro e dare più poteri a Nevded, grande «motivatore» dietro le quinte. Anche se la famosa frase del dirigente ceco su Marotta («Forse non è mai stato juventino») ha tradito fin da subito il fastidio e anche un certo timore per lo sbarco dell’ex a.d. a Milano. Nel frattempo i duellanti ballano da mesi sulle punte argentine: «Per Icardi vedremo a giugno» disse Paratici in inverno. Con Marotta, sempre più capo dell’opposizione al governo bianconero, che replicò stizzito: «Affermazione fuori luogo: lo stesso posso dire io per Dybala». Magari certi disamori sono come certi amori: fanno giri enormi e poi ritornano. Al punto di partenza".
( Corriere della Sera)
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