L'analisi della gara tra Inter e Atalanta dalle pagine di sport del Corriere della Sera: "La storia di questa partita senza storia si racconta in breve: l’Inter ha fatto molto meglio dell’Atalanta ciò per cui l’Atalanta andava famosa fino a ieri alle 15. L’Atalanta voleva i duelli a uomo, l’Inter li ha accettati e li ha vinti tutti. L’Atalanta voleva il ritmo alto, l’Inter ci è stata e ha corso di più e meglio e fino alla fine. L’Atalanta voleva sfruttare le fasce, l’Inter le ha tamponate e poi lì ha sfondato. L’Atalanta voleva il pressing, l’Inter lo ha mandato a vuoto e lo ha riproposto meglio. L’Atalanta predicava leggerezza ma, dopo 17’ tanto autorevoli quanto ingannevoli (con un rigore a favore per mani di D’Ambrosio in area), si è appesantita perdendo l’identità, e quella leggera, divertente e giovane di testa si è rivelata l’Inter, che dopo il 5-1 di Cagliari infila contro una rivale per l’Europa un 7-1 ancora più spettacolare e significativo.
ultimora
CorSera – Contro l’Atalanta vinti tutti i duelli. Icardi e Banega protagonisti
L’Atalanta seppellita sotto 7 gol: triplette dei due argentini, rete dell’ex Gagliardini
Pioli dunque ha accettato la sfida tecnico-tattico di Gasperini — planato a San Siro con la giustificata ambizione di fare risultato e uscito ammettendo la sonora lezione — e lo ha sconfitto con le sue stesse armi: una soddisfazione che per un allenatore dev’essere inferiore solo a quella di sentire il proprio nome invocato dallo stadio dove andava bambino a tifare l’Inter. In campo — tra le chiusure puntuali della difesa, il percuotere di Candreva e Perisic, le geometrie pulite di Gagliardini e i tackle feroci di Kondogbia — le basi fondanti sono state Mauro Icardi e Ever Banega, o la Rosario Connection. I concittadini hanno dominato la gara in forme diverse ma con sostanza simile. Il centravanti ha deciso il match con una tripletta in 9 minuti, esibendo l’intero repertorio: zampata in mischia di sinistro; rigore a cucchiaio di destro; frustata di testa in anticipo al primo palo, la sua griffe di Nove purissimo. Aggiungiamo che Maurito si è procurato la punizione da cui è nato l’1-0, quella del 7-1 e soprattutto, con una grinta straordinaria contro Spinazzola prima di essere steso da Berisha, il rigore del 2-0, e si coglie la forza del suo devastante impatto, testimoniato dall’ovazione dei 60 mila (ultrà nemici inclusi) alla sua uscita.
L’impatto di Banega, però, è più interessante perché rappresenta una delle intuizioni forti di Pioli insieme ad Ansaldi terzino sinistro, un teorico azzardo risultato invece tra i migliori. Nell’avvio a ritmi altissimi, Banega non sembrava l’uomo ideale tra le linee. Ma quando intelligentemente si è staccato dalla marcatura di Toloi e, andando in supporto alla catena D’Ambrosio-Candreva, ha scodellato da destra il cross per il 3-0 di Icardi, El Tanguito si è sbloccato. A rimorchio su assist di Candreva, in due azioni identiche, ha fiocinato Berisha per il 4-0 e 5-0 e poi, dopo il bel gol di Freuler in chiusura di primo tempo, si è esibito nell’assist da sinistra per il graffio dell’ex Gagliardini e nella punizione del 7-1, favorita da un Berisha ormai imbalsamato e simbolo di un’Atalanta ferita, sfinita ma, si spera, non finita. Adesso che l’uragano Inter è passato, forse l’avventura può ricominciare con le stesse ambizioni e un nuovo realismo".
(Fonte: Alessandro Pasini, Corriere della Sera 13/03/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA