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CorSera – Crepuscolo derby. Eppure a Coppe Milano batte ancora Madrid…

Che strano derby sta mettendo in vetrina Milano. E che strano stato d’animo, per una volta, accomuna i tifosi milanisti e interisti. Vogliamo definirlo, senza infierire, un derby crepuscolare? Questa resta l’unica certezza. La metropoli che...

Francesco Parrone

Che strano derby sta mettendo in vetrina Milano. E che strano stato d’animo, per una volta, accomuna i tifosi milanisti e interisti. Vogliamo definirlo, senza infierire, un derby crepuscolare? Questa resta l’unica certezza. La metropoli che nei mesi scorsi con moda e design ha mostrato qualche speranzoso segno di ripresa mirando aExpo 2015, sul fronte del calcio è malinconicamente regredita. Soltanto qualche anno fa, una simile partita a tre giornate da fine campionato, avrebbe sottinteso l’estremo duello per vincere (o far perdere) lo scudetto. Oppure giocarsi almeno il piazzamento in Champions. Oggi invece Milan e Inter lotteranno per un posto in Europa League. E non è nemmeno detto che il Milan riesca a raggiungerlo. E i tifosi? Guardano gli album e gli sanguina il cuoricino. Ma si chiedono anche, vedendo questo antologico en plein con Real e Atletico, che cos’abbia Madrid più di Milano. Almeno calcisticamente vinciamo per 10 Coppe dei Campioni a 9 e come grandi giocatori entrati nel mito ce la giochiamo alla grande.

Argomenti validi per la bacheca, non per il presente. Scontata obiezione corale: il calcio spagnolo è meno vessato dal fisco e da quelle parti le banche sono più generose. Ma se il discorso dei crediti bancari può valere per il Real (il nome dice tutto), come vogliamo metterla con l’Atletico, zero fasti d’antan ma una forza e una rabbiosa solidità che lasciano stupiti? In quella società non parlano di marketing, non cercano giocatori che fanno vendere magliette in Oriente, non pagano un granché. Che sia questa la ricetta vincente? Paradossalmente però proprio a Milano i biancorossi madrilisti, simpatici altrove come sempre gli outsider, trovano qualche resistenza. E non (almeno fra i tifosi milanisti) perché i rossoneri sono stati quest’anno battuti da loro due volte e licenziati dall’Europa.

È una sorta di resistenza rossonerazzurra: eliminando in semifinale il Chelsea allenato dall’ex interista José Mourinho, l’Atletico ha commesso la grande indelicatezza di privare Milano d’un «derby del sentimento» fra le panchine. I milanisti avrebbero tifato il Real di Carlo Ancellotti con cui hanno alzato due Coppe. Gli interisti si sarebbero schierati con José, lo Special One del Triplete. Il cuore era già preparato, la nostalgia allertata, l’orgoglio della militanza rispolverato: un derby virtuale, ancorché solo nei sentimenti, può valere più di uno reale in tempi grami.