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CorSera – Da Moratti a Thohir. Una svolta cominciata nella notte del Triplete…

Francesco Parrone

Se 12 mesi fa qualcuno avesse detto o scritto che Massimo Moratti nel 2013 avrebbe ceduto il 70% del pacchetto azionario dell’Inter a un ricco signore indonesiano, il 90% avrebbe commentato che l’operazione sarebbe potuta avvenire soltanto il...

Se 12 mesi fa qualcuno avesse detto o scritto che Massimo Moratti nel 2013 avrebbe ceduto il 70% del pacchetto azionario dell’Inter a un ricco signore indonesiano, il 90% avrebbe commentato che l’operazione sarebbe potuta avvenire soltanto il 29 febbraio di un anno non bisestile. Invece è successo. La novità è che il passo laterale di Moratti è diventato un passo indietro, al punto che il 15 novembre 2013 è stato Erick Thohir a regalare una maglia dell’Inter al presidente dei 16 trofei in 18 anni.

Che Moratti avesse immaginato di rafforzare la società, aprendo a un socio, lo si era capito tre ore dopo la vittoria della Champions League contro il Bayern (22 maggio 2010). «I doveri ci sono sempre e forse sono anche più forti rispetto al passato, però bisogna valutare bene la situazione, tenendo presente che c’è chi corre a 200 all’ora da 5 anni e che è necessario rafforzare la società». Un modo per dire che non si sarebbe più potuto vivere al di sopra delle reali potenzialità del club.

Che il socio sarebbe arrivato da lontano, era apparso evidente il 1° agosto 2012, quando era stato annunciato l’accordo con la China Railways Construction Corporation per la cessione del 15% delle azioni più la costruzione del nuovo stadio. Saltato a fine 2012 l’accordo con i cinesi, per problemi degli investitori di Pechino e superata l’ipotesi di una soluzione araba e di un interesse del governo mongolo, si era parlato di un partner russo o di uno dell’Azerbaijan all’inizio del 2013. Il 24 aprile, Moratti aveva confermato: «L’interesse di alcuni gruppi c’è ed è reale. È ancora difficile prevedere con precisione i tempi, perché bisogna mettere d’accordo le due parti. Per il momento siamo agli approcci iniziali, ma devono confluire gli interessi di chi vende e di chi compra qualcosa. Di tutti i possibili partner, se chiuderemo, chiuderemo con uno solo, perché una composizione troppo variegata della società potrebbe creare confusione». Il 7 maggio si era capito che il partner sarebbe stato indonesiano e sarebbe stato Erick Thohir, ma la sorpresona resta la scelta di cedere il 70% dell’Inter, dopo sei mesi di trattativa. «La partecipazione, durante la trattativa, è diventata qualcosa di più e adesso a partecipare siamo noi». 

Una mossa che prelude ad una sua progressiva uscita di scena (salvo colpi di scena, secondo quanto già indicato nel contratto). Perché l’ha fatto? «Perché dopo 18 anni, è giusto farsi da parte» (Sky, 24 dicembre). «Perché bisogna sentirsi indispensabili fino a quando si fa una cosa, per provare a farla nel modo migliore, ma bisogna anche avere l’idea che c’è un momento in cui devi lasciare a chi ha la stessa forza. Le cose iniziano e finiscono» (Rainews, 23 novembre).

Ma la vera risposta Moratti l’aveva già data il 29 dicembre 2010, il giorno dell’investitura di Leonardo: «L’emozione è un bellissimo sentimento ed è per questo che ho scelto Leonardo ed è una scelta che mi convince in maniera totale; ho pensato alle speranze e ai sogni dei tifosi. Uno può fare il presidente, ma vive anche lui di sogni, altrimenti poi molla, perché non si diverte più». A Novella Calligaris (Rainews) ha confessato: «Quello che faccio, lo faccio sempre con una certa passione. Se uno è portato a vivere emotivamente, troverò qualcosa che emotivamente mi riempirà la vita. È stata un’avventura intensa». È stata.