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CorSera – Difesa e contropiede. Ma stavolta a farlo sarò lo Stjarnan non Mazzarri

Francesco Parrone

L’Inter torna a frequentare l’Europa (League) dopo 18 mesi. L’ultima apparizione risaliva al 14 marzo 2013 e alla beffarda eliminazione a San Siro col Tottenham, nonostante il 4-1 finale. Quella sera c’era Stramaccioni in panca e nessuno...

L’Inter torna a frequentare l’Europa (League) dopo 18 mesi. L’ultima apparizione risaliva al 14 marzo 2013 e alla beffarda eliminazione a San Siro col Tottenham, nonostante il 4-1 finale. Quella sera c’era Stramaccioni in panca e nessuno sapeva, forse neppure Moratti, chi fosse Thohir. Tanto è cambiato (persino le maglie non sono più le stesse) e il nuovo azionista di maggioranza ha chiesto di provare a vincere questa coppa che porterebbe 15 milioni in cassa, oltre a garantire l’accesso diretto alla Champions League. «Ho fiducia nella squadra», ha detto Thohir. «Giocatori e allenatore sanno che farò il tifo insieme a tutti i tifosi nerazzurri del mondo».

Ma la strada che porta alla finale di Varsavia (27 maggio) è lunga. E parte da Reykjavik (Islanda), dove la comitiva interista è atterrata ieri in tarda mattinata, accolta da un’aria fredda, ma non gelida. E con la dichiarata intenzione di chiudere la pratica Stjarnan, già dopo l’andata di questi playoff per trasformare il ritorno di San Siro (28 agosto) alla stregua di una rifinitura in vista del debutto in campionato (31 agosto in trasferta col Toro). A sentire Mazzarri, questi islandesi sono di poco inferiori al Real. «Lo Stjarnan è in gran forma, ha già superato tre turni di Coppa: è squadra insidiosa con giocatori di qualità, però noi dobbiamo fare il nostro gioco». Già: ma quale? Non è esagerato pretendere qualche miglioramento rispetto alle prestazioni contro Eintracht e Paok: meno passaggi laterali e qualche verticalizzazione in più renderebbe il gioco più gradevole e non costringerebbe Icardi a prolungate astinenze dal pallone.

Anche contro lo Stjarnan il bomber argentino sarà solo in avanti perché Palacio (problemi a una caviglia) è rimasto a casa e Osvaldo dovrebbe entrare a partita in corso, quando da noi sarà notte fonda: pure in Islanda, infatti, i diritti tv sono sacri perché portano tanti soldi e, allora, niente anticipo alle 19 locali, come sarebbe stato più logico. Per Sigmundsson, tecnico degli islandesi, cambia poco. «Per noi sarà la gara della vita, però non partiamo battuti visto che abbiamo studiato bene i punti di forza degli interisti ma pure i lati deboli. Ci chiuderemo bene in difesa, sperando di riuscire a trovare gli spazi per colpire di rimessa». Vale a dire quello che Mazzarri vorrebbe fare, ma per una sera dovrà modificare le sue convinzioni tattiche. E non è detto che sia un male.