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CorSera – Disastro Inter prevedibile. L’assaggio di Serie A è amaro per De Boer

Francesco Parrone

De Boer sbaglia moduli e uomini. La squadra corre poco e male ma il tecnico ha capito gli errori

Il tecnico ha lavorato solo una decina di giorni prima dell’esordio in campionato e contro il Chievo ha snaturato la sua idea di gioco. Questo il pensiero del Corriere della Sera"Non ha funzionato nulla e forse era inevitabile che l’esordio dell’Inter finisse in un disastro. Dieci giorni di lavoro sono niente per attrezzare una squadra presentabile. E qui si potrebbe tornare a discutere sulla scelta della società di cambiare tecnico a ridosso del campionato e scegliere uno straniero a digiuno di Serie A. Il tempo dirà se Frank De Boer è l’uomo giusto, la prima uscita ha trasmesso una sensazione di sbandamento e inesperienza. L’olandese non conosce il campionato italiano e l’assaggio è risultato amarissimo. «C’è stata una somma di errori, quasi da principianti. La difesa a tre è sembrata improvvisata, i movimenti scoordinati. La prendo come una partita nata male, un episodio, ma serve qualcuno che aiuti De Boer». L’analisi e la speranza di Aldo Serena è la stessa dei tifosi nerazzurri. De Boer una spiegazione (debole) l’ha data per la difesa a tre: «Ho scelto anche in base all’avversario e poi ho deciso di non schierare Perisic ma Candreva ed Eder perché in Nazionale quel modulo lo hanno utilizzato spesso».

La difesa a tre è un esperimento fallito ed è già in archivio. Domenica contro il Palermo l’Inter torna all’antico, con quattro difensori. È stato l’olandese a raccontare che il suggerimento di giocare con quel modulo è arrivato dal vice allenatore Orlando Trustfull. «Ma la difesa a tre va preparata, bisogna avere due terzini che ti coprono. Se non hai i meccanismi giusti un tecnico come Maran sottolinea e amplifica i tuoi difetti», spiega l’ex mister nerazzurro Alberto Zaccheroni. De Boer pare aver compreso l’errore. Si è confrontato a lungo con i giocatori ad Appiano, cui ha chiesto maggior attenzione e intensità. La tattica era sballata, come la scelta di lasciare fuori Perisic, il migliore, il più in forma, il punto di riferimento. L’allenatore ha cercato un alibi nella modesta condizione fisica della squadra. Qui a essere chiamato in causa non può essere l’ex tecnico Mancini, piuttosto la società che ha «venduto» la preparazione estiva per incassare più o meno 3 milioni. Una tournée sfiancante in Usa, con spostamenti continui, poco riposo e tempo per lavorare. Mancini se ne era lamentato: «Giocando ogni due giorni non si riesce a lavorare».

Mentre metà rosa girava per l’America, altri elementi si allenavano da soli a Riscone di Brunico. Amichevoli a raffica con Tottenham, Borussia (saltata per pioggia) e Celtic. Giocatori in fisiologico ritardo di condizione dopo gli Europei e la Copa America. In settimana il presidente Erick Thohir e il patron Jindong Zhang saranno a Milano. Si parlerà anche di mercato e pure sul punto non c’è chiarezza. Thohir continua a ripetere che arriveranno due giocatori, il vicepresidente Zanetti sostiene l’opposto: il fair play finanziario va rispettato. Versioni divergenti. Suning ha disponibilità, ma non può spendere per l’accordo (capestro) firmato con l’Uefa. Si continua a parlare di Joao Mario, Sissoko, Gabigol, la cassaforte però è serrata a doppia mandata. Almeno così pare, perché tutto varia in base all’interlocutore e forse in questa Inter ce ne sono un po’ troppi".

(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 23/08/16)