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CorSera – Dopo Strama, ecco la rivoluzione in dirigenza. E i soci…

Francesco Parrone

Giochi fatti. Walter Mazzarri all’Inter, Rafa Benitez al Napoli. Non è una sorpresa, ma almeno per la panchina nerazzurra adesso c’è l’ufficialità, attraverso il comunicato apparso sul sito delle 20.36: «FC Internazionale...

Giochi fatti. Walter Mazzarri all’Inter, Rafa Benitez al Napoli. Non è una sorpresa, ma almeno per la panchina nerazzurra adesso c’è l’ufficialità, attraverso il comunicato apparso sul sito delle 20.36: «FC Internazionale comunica di aver raggiunto l’accordo con Walter Mazzarri, nuovo allenatore dell’Inter. L’Inter ringrazia Andrea Stramaccioni per il grande impegno profuso e la professionalità dimostrata in un anno particolarmente difficile. L’accordo con Mazzarri sarà biennale».

Dopo la disfatta con l’Udinese (2-5, 16ª sconfitta in 38 partite di campionato), la situazione si era fatta insostenibile per tutti; più volte il presidente aveva manifestato l’intenzione di proseguire con Stramaccioni, ma nel calcio sfidare l’evidenza e i risultati può essere molto pericoloso. Il tecnico, 37 anni, promosso alla guida della prima squadra il 26 marzo 2012, aveva capito che non sarebbe più rimasto sulla panchina dell’Inter lunedì pomeriggio, in un colloquio con Moratti, che gli ha spiegato nel dettaglio la scelta, per lui particolarmente dolorosa, il giorno dopo. Ed è per questo che il tecnico, finite le lezioni a Coverciano, ha deciso di tornare a Roma, invece che a Milano, dove è stato visitato anche da un medico di fiducia del presidente per la bronchite fiorentina.

Per ora Stramaccioni, che ha sentito Moratti anche ieri, resta sotto contratto con l’Inter, in attesa di trovare una squadra, dalla quale ripartire. Ieri si è chiusa la stagione interista e il presidente nerazzurro ha deciso di non temporeggiare più, annunciando il cambio di panchina. È stato Moratti a riassumere la vicenda, dopo la diffusione del comunicato: «Per me gli esoneri sono sempre stati sgradevoli. Però chiamiamolo per quello che può essere: per il momento è un cambiamento dovuto al fatto che affronteremo un anno difficile e ho pensato ci fosse bisogno di un allenatore dell’esperienza di Mazzarri. Ciò non toglie che rimanga comunque stima nel talento, nelle qualità e nelle possibilità di Stramaccioni e sono convinto che diventerà uno dei migliori allenatori italiani. Più che una convinzione, la mia è una certezza. È tutta la settimana che gli parlo. Le ragioni di questa scelta possono anche essere di salvaguardia della sua professionalità, perché può essere stato particolarmente sfortunatoe in questo momento ha bisogno, forse, di ritrovarsi in una situazione più facile di quella che avrebbe trovato all’Inter,dopo un’annata così complicata».

Moratti sa che la scelta di Mazzarri da sola non risolverà tutti i problemi e che la strada è tutta in salita: «Ci aspetta un periodo molto difficile, perché dovremo dimostrare di essere bravi e dovremo avere più fortuna, rispetto a una stagione nella quale di fortuna non ne abbiamo avuta. La scelta di Mazzarri è stata fatta con attenzione nel senso dell’esperienza. L’anno del rilancio?Tutti gli anni ci si aspetta di fare bene. Adesso con l’allenatore parleremo anche di campagna acquisti e poi vedremo che cosa salta fuori. Le speranze si metteranno al livello di quella che è la squadra. Quest’anno non siamo partiti male, era un’Inter costruita per vincere, poi abbiamo avuto veramente una serie di catastrofi inimmaginabili, proprio di carattere fisico, che ci hanno messo in condizione di fare meno bene.Ora cerchiamo di ricostruire in questi termini per avere obiettivi sicuri». 

Nonostante le voci che si rincorrono da giorni, Moratti ha negato che sia in corso una trattativa per vendere l’Inter: «Ma no, figuriamoci». Però continua la valutazione di un socio di minoranza. E soprattutto torna sulle sue spalle tutto il peso della costruzione interista (non soltanto in termini economici). Di certo l’uscita di scena di Stramaccioni, schiacciato da situazioni più grandi di lui e delle quali non sempre è stato il maggior colpevole (però gli infortuni restano troppi ed è facile capire perché siano capitati), è il primo passo di una ristrutturazione che andrà a toccare anche i dirigenti. Per quanto il calcio sia imprevedibile, Mazzarri è una garanzia di solidità e di serietà sul lavoro. Una guida sicura anche in senso metodologico, quella che, per vari motivi, all’Inter mancava dal dopo-Mourinho.