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CorSera – E’ la settima volta che WM cerca il “tris”. Com’è lontano il ’97 e quello show…

Quando Massimo Moratti spendeva i soldi (suoi), anche senza il permesso di Erick Thohir e dei suoi tecnocrati, adecidere Inter–Parma era Ronaldo. Sono passati diciassette anni esatti da sabato 1° novembre 1997: punizione del brasiliano dopo...

Francesco Parrone

Quando Massimo Moratti spendeva i soldi (suoi), anche senza il permesso di Erick Thohir e dei suoi tecnocrati, adecidere Inter-Parma era Ronaldo. Sono passati diciassette anni esatti da sabato 1° novembre 1997: punizione del brasiliano dopo 15’ nei quali era apparso immarcabile, Buffon battuto (ma al ritorno, il portiere gli avrebbe parato un rigore), partita in cassaforte, San Siro in piedi per gli applausi. Una punizione calciata di interno collo, ma in modo violento, grazie ai muscoli adduttori della sua coscia destra: esplosivi.

Uno spettacolo. I tempi sono cambiati e non solo perché si gioca a Parma, invece che a San Siro. Per anni l’Inter ha sempre sofferto sul prato del Tardini; non ha mai vinto dal 17 marzo 1991 (prima volta in campionato, 0-0), al 22 dicembre 2002, la domenica del primo successo nerazzurro al tredicesimo tentativo (2-1, Di Biagio, Mutu e rigore di Recoba). Con Mancini, è cambiata la musica: Parma è diventato il campo della svolta (12 novembre 2006, 1-2, gol di Cruz al 93’) e dello scudetto (18 maggio 2008, 2-0, doppietta di Ibrahimovic). La vittoria di sei mesi fa (19 aprile, 2-0) è servita a Mazzarri per avvicinarsi alla zona Europa League.

Oggi i nerazzurri cercano per la settima volta durante la gestione-Mazzarri la terza vittoria consecutiva, dopo i due rigori da sei punti con Cesena e Sampdoria (Icardi) I precedenti sei tentativi nell’ultimo campionato sono stati sempre falliti, però Mazzarri è apparso più sereno del solito, dopo aver riaggiustato in parte la classifica (il calendario andava sfruttato meglio). Degli infortunati l’unico recuperato è Hernanes, come si sapeva; Mazzarri (quinta partita in tredici giorni) deciderà se iniziare con il brasiliano o con Kuzmanovic dopo il provino di questa mattina. Il problema degli infortuni non è nuovo e non riguarda soltanto l’Inter. D’altronde fino a quando si giocherà a meno di tre giorni di distanza fra la seconda e la terza gara di un trittico settimanale (situazione che tocca anche Parma, Juve, Roma e Napoli) si può solo pensare male. Di chi gestisce il calcio in Lega e di chi nelle società accetta questi calendari, per non tornare a 18 squadre.

Mazzarri ha parlato di «Parma che gioca meglio di quanto non dica la classifica»: tre punti, con una sola vittoria (a Verona con il Chievo) e otto sconfitte. Ha detto Donadoni: «Non dobbiamo più regalare nulla. È l’ennesima occasione che abbiamo in casa e dobbiamo cercare di sfruttarla. Nel nostro stadio abbiamo gia sprecato tanto, non possiamo più farlo». Il tecnico nerazzurro non amato da San Siro («i fischi? Non li sento e poi siamo in democrazia») ha parlato di gruppo unito e cresciuto dopo la sconfitta di Firenze e di Palacio che non trova più la porta: «Succede, ma deve stare tranquillo, perché il gol arriverà».