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Dalle pagine del Corriere della Sera, ancora un commento sulla brutta prestazione dell' Inter sfociata poi in una clamorosa sconfitta con il neopromosso Parma: "L’Inter resta un film muto, viaggia al rallentatore in campo e in classifica, e non è capace di emettere neppure il più flebile dei suoni. La seconda sconfitta in campionato spalanca le porte alla crisi, allarga l’emorragia di punti, scolorisce fino quasi a cancellare il ruolo di possibile anti-Juve, fa fiorire dubbi su quale potrà essere il cammino nel terrificante girone di Champions e accende i riflettori sulla posizione di Luciano Spalletti, inevitabilmente sotto pressione. «Se va male il responsabile sono io», è l’ammissione di colpa dell’allenatore.
Il rovescio contro il Parma è la sintesi di un dramma inaspettato e scioccante per i nerazzurri, ridimensionati da un avvio di stagione orribile, con un solo successo in quattro incontri, e certificato da un numero spaventoso: se oggi la Juve batte il Sassuolo si ritrova già con 8 punti di vantaggio, un abisso. Il sabato del villaggio interista non ha nulla di lieto, si chiude con una sconfitta pesante, recapitata dall’ex terzino nerazzurro Federico Dimarco prestato al Parma. Entrato a inizio ripresa per sostituire l’infortunato Gobbi, il 20enne si è scoperto killer per caso, spietato giustiziere con un imparabile tiro a effetto da trenta metri, un colpo alla Roberto Carlos. Un capolavoro per punire l’inconsistenza in attacco dell’Inter, in cui affiorano i primi sintomi di una malattia letale: non saper segnare. Su quattro partite già due volte è rimasta senza reti e, non bastasse, ha sempre subito gol se si esclude il match di Bologna. Non c’è molto da recriminare per l’Inter, appena decorosa all’inizio, poi consumata e sciolta come una fioca candela dall’angoscia di dover far risultato a ogni costo. Spalletti ha guardato più all’esordio di martedì in Champions contro il Tottenham (sconfitto 2-1 in casa dal Liverpool) e ha attuato un pesante turnover, lasciando fuori Icardi e riproponendo Keita prima punta: scelta infelice, pagata a caro prezzo.
L’Inter qualcosa ha prodotto, soprattutto sparando in area cross a ripetizione, mai intercettati da Keita. Il Parma s’è difeso senza stress, non smuovendo nulla davanti, ma con un’alta densità al centro che ha mandato fuori fase Brozovic e tenuto lontano dall’area Nainggolan. Il gioco si è insabbiato al limite e la pazienza ha fatto posto al nervosismo. In quelle giornate in cui non va bene, rischia poi di andare male. Spalletti ha provato a scardinare l’ordine del match, ha inserito Icardi a inizio ripresa e Politano a seguire.
La partita ha continuato ad andargli di traverso e che Dimarco fosse il predestinato s’è capito quando ha salvato sulla linea, deviando, con il braccio, il tiro di Perisic. Un episodio da Var, ignorato con supponenza dall’arbitro Manganiello che non l’ha nemmeno rivisto. Spalletti ha protestato e parlato di «rigore senza alcun dubbio». Non è però un alibi il penalty negato, la realtà sono ritmi bassi e un piatto giro palla. L’Inter ha provato, ma ha fallito: con l’impacciato Icardi due volte, con Nainggolan murato, con Gagliolo che ha rischiato l’autorete con una chiusura. Non un assedio, piuttosto una pressione senza logica, non motivata dalla rabbia e non sostenuta dalla qualità. Il capolavoro di Dimarco ha punito un’Inter che non è né arrogante né presuntuosa e deve invece esserlo per diventare grande.
Il vantaggio del Parma l’ha incenerita: nessuna reazione, solo un consegnarsi inerme alla sconfitta. Un problema di mentalità, identità, carattere. Martedì c’è il Tottenham, un’opportunità per uscire dalla crisi o piombarci. C’è da capire quale Inter si presenterà, quella attesa ancora non si è vista".
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 16/09/18)
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