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Il derby numero 165 in serie A, avrà un sapore particolare; sarà l'ultimo di Berlusconi e il primo di proprietari cinesi e arriva come un respiro sospeso. Nessuno tra interisti e milanisti sa bene il pensiero dei nuovi padroni. Se Milano sia un affare per cui spendere, se voler guadagnare significhi soprattutto investire, o se ci siano sentimenti brevi, quelli che scompaiono appena arrivano i primi conti. È una situazione così complessa, così imprevedibile fino a pochi anni fa, che quasi tutti finiscono per non prenderla sul serio. C’è un dato comune a Moratti e Berlusconi: entrambi hanno venduto perché stremati dai debiti fatti per costruire grandi squadre. Questo sembrerebbe consigliare di cambiare metodo, ma nel calcio è difficile conoscerne altri. È già molto strano oggi sentire che i nuovi proprietari finanziano le società prestando loro il denaro, non mettendolo, e lo fanno a tassi fuori mercato. Il che significa che un giorno quel denaro lo rivorranno. E da chi? Da un nuovo compratore. Cade subito allora gran parte del sentimento, del piacere di fare famiglia. È già tutto precario.
(Corriere della Sera)
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