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CorSera – Ecco come cambia la squadra con Mancini. Si parte dalla difesa a 4

Francesco Parrone

Coraggio e fede (calcistica). Sono due doti fondamentali per chi decide di allenare l’Inter e non soltanto perché si riparte dal derby e dalla Roma (all’Olimpico, 30 novembre), con in mezzo il Dnipro. Mancini non ha mai paura quando vede...

Coraggio e fede (calcistica). Sono due doti fondamentali per chi decide di allenare l’Inter e non soltanto perché si riparte dal derby e dalla Roma (all’Olimpico, 30 novembre), con in mezzo il Dnipro. Mancini non ha mai paura quando vede rimbalzare il pallone, ma dovrà rispolverare il genio calcistico con il quale aveva plasmato la sua prima Inter, restituendole il senso del bel gioco, della tecnica e dell’importanza di vincere, le qualità dalle quali era partito dieci anni fa. La rosa non è eccezionale, ma, soprattutto, non è bene assortita. Di certo il tecnico ripartirà dalla difesa a 4, così sarà contento anche Vidic e da qui potrà sperimentare due soluzioni: il 4-3-1-2, il sistema di gioco dei due scudetti 2007 e 2008 o il 4-2-3-1, senza trascurare il 4-4-2. Potrebbe arretrare Hernanes e avanzare Kovacic; allargare Palacio; rilanciare Guarin; dare solidità alla difesa. A dare speranza ai dirigenti interisti è stata una frase del tecnico, che aveva osservato i nerazzurri a Cesena (26 ottobre): «È una squadra che può puntare alla zona Champions League», lontana al momento cinque punti, che non sono pochi. 

Per ora la squadra di Mancini è composta da uomini che hanno già lavorato con lui all’Inter: Salsano, Nuciari (preparatore dei portieri), Carminati (preparatore atletico). Si aspetta che sciolga la riserva Adani, ora commentatore di Sky e che potrebbe diventare il vice. Mihajlovic, presenza fondamentale nel biennio 2006-2008, è diventato un allenatore di prima fascia; Platt ha rinunciato (resta in Inghilterra). Rimane da capire come si orienterà il mercato di gennaio, ma è presto: prima Mancini dovrà valutare la rosa nel suo complesso. Torneranno di moda gli acquisti di qualità, da vera Inter. Quelli che servono a vincere. Altrimenti era inutile prendere Mancini.