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CorSera – Ecco lo spettacolo italiano. Olimpico con tre settori chiusi…

Francesco Parrone

Stasera, quando inizierà Roma–Inter, in uno stadio Olimpico con 28.625 spettatori in meno della capienza (chiuse le due curve e chiuso il settore dei Distinti Sud), magari qualcuno si chiederà: è questo lo spettacolo che riesce ad...

Stasera, quando inizierà Roma-Inter, in uno stadio Olimpico con 28.625 spettatori in meno della capienza (chiuse le due curve e chiuso il settore dei Distinti Sud), magari qualcuno si chiederà: è questo lo spettacolo che riesce ad esprimere il campionato italiano in una delle partite più attese dell’anno (anche se ha perso il fascino del periodo 2007-2010)? Nonostante i dati che vengono forniti periodicamente, la Lega di A ha molto lavorato nel tempo per svuotare gli stadi e riempire i salotti, trasformando il calcio in uno spettacolo solo televisivo e lasciando che si giochi su un palcoscenico quasi mai all’altezza della situazione, come se una commedia venisse recitata (e trasmessa in tv) in un teatro in stato di semi-abbandono. In più quest’anno si sono aggiunte curve e settori di stadio chiusi per razzismo, discriminazione territoriale, comportamenti fuori controllo. Con precisione francese, Rudi Garcia, ha fotografato benissimo la situazione, ma questa è l’Italia. Così è successo che la norma sulla discriminazione territoriale (in parte mutuata dall’Uefa), invece di rendere più civili gli stadi italiani, è diventata un’arma in mano agli ultrà, per mettere all’angolo i club. Nel frattempo, la responsabilità individuale è diventata collettiva e, nonostante i biglietti nominativi, si è arrivati alla chiusura dei settori, mentre crescono i distinguo e c’è chi dall’alto indica la necessità di rivedere tutta la materia. Nel dispositivo che ha confermato la sentenza di chiusura di mezzo Olimpico (le due curve per i cori di Roma-Napoli di Coppa Italia; il settore Distinti Sud per quelli anti-Napoli in Roma-Samp), l’Alta Corte presso il Coni indica la possibilità di una riforma. Il fascicolo è stato trasmesso alla Giunta (si riunisce martedì), «per le valutazioni e determinazioni di competenza in ordine alla congruità e applicabilità della normativa sanzionatoria alla base delle misure comminate». 

Tra i poteri dell’Alta Corte (presidente Franco Frattini), esiste quello di segnalare alla Giunta «l’esigenza di modificare norme dell’ordinamento sportivo, quando emerga che queste siano imperfette, incomplete o oscure». La norma era già stata modificata in parte a metà ottobre dal Consiglio della Figc con l’introduzione della «valutazione del fenomeno discriminatorio» e di un «graduale sistema sanzionatorio da affidare al giudice sportivo». Però continua ad apparire lacunosa, ma resta da capire come potrà essere riscritta, se non a stagione conclusa. Così, mentre il dibattito è aperto, il calcio italiano continua ad esportare una pessima immagine di sé e a collezionare pessime figure. Del resto, quando un prefetto impone lo spostamento del derby di Genova dalle 12.30 di domenica alle 20.45 di lunedì per non avere guai con gli ultrà e la Lega di serie A trova il coraggio di lamentarsi soltanto a giochi fatti, forse sarebbe il caso di chiudere le serrande e stare a casa. A guardare in tv il calcio degli altri.