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CorSera – Esame per Inter e Fiorentina, i due tecnici si rispettano ma non scherzano…

Francesco Parrone

L’ Inter vuol fare 13. Da dodici stagioni consecutive,infatti, batte la Fiorentina a San Siro: una striscia importanteche Palacio e soci allungherebbero volentieri, e non solo per motivi scaramantici. E pazienza se a Firenze sono convintisia...

L’ Inter vuol fare 13. Da dodici stagioni consecutive,infatti, batte la Fiorentina a San Siro: una striscia importanteche Palacio e soci allungherebbero volentieri, e non solo per motivi scaramantici. E pazienza se a Firenze sono convintisia giunto il momento di spezzare una tradizione tanto negativa. E ricordano con ironia non solo il risultato dell’ultimofaccia a faccia in casa (4-1) ma pure che quella sera (17 febbraio) tutto lo stadio dedicò a Zanetti e soci un coro («Il pallone è quello giallo») che più strafottente non si può.

Altri tempi. L’Inter non è più allo sbando e Walter Mazzarri non vede l’ora di capire quale sarà la reazione dopo la passeggiata sulle macerie del Sassuolo. Squadra che (stra)vince non si cambia e pure quelli che non stanno giocando sono i primi ad aver capito che per ora non sarebbe logico ritoccare qualcosa. «Avanti con gli undici che in questo momento — ha ricordato il tecnico interista — mi stanno fornendo maggiori garanzie. Abbiamo raggiunto in fretta, prima del previsto, un equilibrio importante. Milito? No, non ha ancora i 90 minuti e i ritmi di gara: il suo inserimento deve essere graduale. Kovacic? Ha perso quasi un mese e mezzo per infortunio e, in ogni caso, può rendersi utile anche partendo dalla panchina come ha fatto a San Siro col Genoa».

Non solo Mazzarri, ma pure Montella è consapevole che questa partita sarà un test molto importante e attendibile. «Inutile nasconderlo per noi è un banco di prova di quelli tosti e utile a farci capire a che punto siamo» ha ricordato il tecnico della Fiorentina. «Un altro passo impegnativo per valutare il nostro processo di crescita contro una squadra che, senza Gomez, non ti dà punti di riferimento, fa molto possesso palla e ha un atteggiamento tattico molto diverso rispetto alle formazioni che abbiamo incontrato sinora» ha fatto eco l’allenatore interista.

Mazzarri e Montella si conoscono bene e si stimano. Nella stagione 2007-’08 l’attuale tecnico della Fiorentina ha segnato il suo ultimo gol in serie A nella Sampdoria allenata da Mazzarri. «Ho intuito in fretta che aveva, più che altro, un bel caratterino, visto che non avrebbe mai voluto andare in panchina — ha ricordato il tecnico nerazzurro — ma ho pure capito che era molto intelligente e aveva una spiccata personalità. E quando ha iniziato ad allenare mi ha chiamato per avere qualche dritta». «Non avevo dubbi che l’Inter, dopo la stagione tribolata che ha avuto — ha spiegato Montella — sarebbe tornata ai vertici con un allenatore pragmatico e chiaro come Mazzarri. Lo conosco bene, ho un gran rapporto con lui e posso dire che segue persino le conferenze stampa degli allenatori avversari».

Potesse farlo, Mazzarri si prenderebbe più che volentieri un giocatore della Fiorentina. «Non ho dubbi: Giuseppe Rossi,uno che da anni avrei voluto allenare». Montella, invece, ha ammesso di aver cercato Ricky Alvarez. «Sapevo che aveva doti importanti e sono contento che stia dando ragione a chi ha creduto in lui». «Se continua così non ci sono aggettivi per definire Alvarez — ha concluso Mazzarri — ma occhio perché nel calcio si fa in fretta a dire che uno è da buttare, poi che è un campione».