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L'analisi del Corriere della Serasul match di San Siro tra l'Inter di Pioli e l'Atalanta: "L’Atalanta ha già sorpreso e battuto le big, l’Inter è già caduta e ricaduta negli scontri diretti. Non c’è dubbio che sia una trappola per i nerazzurri di Pioli, costretti (al solito) a vincere per alimentare una rincorsa infinita e paralizzata, dove le distanze con le prime non si accorciano mai.
Ha tutto da guadagnare l’Atalanta, la sua favola l’ha già scritta e viaggia libera e felice sperando di completare un miracolo. «Giocano con quella spensieratezza mentale che gli permette di dare il massimo, mentre noi, per gli obiettivi che abbiamo, non possiamo essere così liberi di testa», annota Pioli.
Proprio l’obbligo di far bene a ogni costo, di non fallire l’occasione, di mettere le mani sui fuggitivi ha zavorrato e fatto sbandare l’Inter contro Napoli, Juventus e Roma. In un San Siro gonfiato oggi da 58 mila tifosi, la sfida è dimostrare di non sbriciolarsi sotto la tensione e di poter essere forte anche con i forti, non solo con le più deboli.
L’Inter ha risolto gli equivoci del recente passato, ha vinto 10 delle ultime 12 partite e a Cagliari è finalmente riuscita a concretizzare le tante occasioni create. Ora però deve provare di essere (se davvero lo è) una squadra pronta a entrare nel circolo delle grandi. L’Atalanta è il test giusto, tecnicamente insidioso e ricco di rimandi storici. Fatte salve le smentite di rito, Gasperini è per davvero un ex avvelenato, ha già vinto all’andata quando in panchina sedeva De Boer e vuole adesso la doppietta, dopo aver già fucilato il Napoli.
«Per me e l’Atalanta è una partita speciale. Affrontiamo una squadra forte, ma se a 11 giornate dalla fine siamo arrivati qui, è perché abbiamo superato degli ostacoli e fatto prestazioni importanti. Veniamo per prenderci il massimo», avverte Gasperini, ripudiato e licenziato dall’Inter nel 2011 dopo appena tre partite. Si ripresenta a San Siro con un punto in più in classifica, fiero comandante di una squadra zeppa di giovani. L’Inter gliene ha sottratto uno, Roberto Gagliardini. Il centrocampista più amato da Pioli gioca contro il passato per la prima volta e certo non poteva pensare di dover rincorrere e sorpassare proprio gli ex compagni per guadagnarsi un posto in Europa.
Il tecnico dell’Inter ha chiesto a Gagliardini di svelargli i segreti di un’Atalanta che viaggia con il pilota automatico e non ha paura di nessuno. «Ho parlato con lui come con Palacio che ha avuto Gasperini per qualche anno, però noi dobbiamo pensare al nostro gioco e al nostro lavoro». L’errore che Pioli non vuole commettere ancora è proprio quello di cambiare pelle e modulo, adattandosi all’avversario. L’ha già fatto contro Juve e Roma, andando a sbattere. È vero, i rischi sono tutti dell’Inter che però una certezza l’ha acquisita: se gioca a modo suo e non si snatura riesce a spuntarla con tutti. Non parte favorita, perché i numeri sono pressoché identici: 46 gol fatti dall’Inter e 42 dall’Atalanta, 26 reti incassate dalla squadra di Gasperini e 28 da quella di Pioli. L’equilibrio regna, l’Inter sa di doverlo spezzare, per la classifica e per sbloccare la testa. È l’ultimo obbligo prima di poter correre liberi".
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere dello Sera 12/03/17)
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