A fine agosto, quindi in tempi non sospetti, il giudizio di Luciano Spalletti era già una sentenza. «Icardi e Dzeko sono i due centravanti più forti del campionato». Secondo il Corriere della Sera con i vari Dybala, Higuain e Mertens in giro, sembrava più un’iniezione di fiducia al suo capitano che un giudizio ponderato. Spalletti però ci ha visto ancora giusto. Si può discutere all’infinito se Icardi sia il miglior centravanti o no della serie A, però i numeri dell’argentino sono mostruosi. Come media gol ha già superato Eto’o e Milito e, considerando i bomber nerazzurri dal 1994-95 in poi, davanti a lui restano solo tre monumenti: Ronaldo, Vieri e Ibrahimovic. Prima del derby era stato proprio Spalletti a paragonarlo a Ibra. Dopo la vittoria, firmata dalla tripletta di Maurito, il tecnico l’ha lanciato ancor di più. «È grandioso e senza stare fermo in avanti diventa anche meno marcabile». Come si è visto nell’azione del secondo gol, quando ha rubato palla a Biglia a metà campo e ha segnato con un tocco morbido.
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Dentro il numero 9 di Icardi sono racchiusi i 9 gol realizzati finora, con la spaventosa media di 1,12 a partita. E dopo le doppiette nelle prime due gare è arrivata la tripletta nel derby, la prima dopo Milito nel maggio 2012. Spalletti dice che Icardi sta imparando a non star fermo lì davanti, ma è nel cuore dell’area che diventa letale: tutte le 9 reti (di cui 3 su rigore) le ha realizzate sempre dentro l’area, dove è signore e padrone. Il tecnico del Milan, Vincenzo Montella, che da giocatore aveva una certa confidenza con il gol, gli ha tributato i giusti onori: «La prima rete è stata pazzesca, di un livello di difficoltà impressionante». L’ad rossonero Marco Fassone ha fatto «chapeau, davanti a un grande giocatore». E l’ex interista e milanista Mario Balotelli l’ha elogiato: «Bravo davvero. Bomber vero, magari il Milan si sveglia e compra lui». Con i suoi 80 gol segnati con l’ Inter in serie Ae una media di 0,60 (Ibrahimovic aveva 0,65, Ronaldo e Vieri 0,72), Icardi non è solo bomber, ma anche leader e capitano di una squadra che più di tutto ha una dote: non si arrende mai, come testimoniano le 9 reti, sulle 17 totali realizzate, nell’ultimo quarto d’ora dai nerazzurri.
Il capitano un gol nel derby l’aveva predetto («sapevo che avrei segnato»), una tripletta poteva solo sognarla. E dire che due estati fa il Napoli, dopo aver ceduto Higuain ha fatto di tutto per averlo. Sarri aveva indicato proprio Icardi come erede del Pipita, era l’idea giusta ma non bastarono 60 milioni per strapparlo all’ Inter. E così sabato se lo ritroverà contro in una sfida scudetto che a inizio campionato era imprevedibile, perché nessuno avrebbe mai scommesso sui nerazzurri, unici per ora a essere rimasti in scia al Napoli (sempre vittorioso) con appena due punti di distacco. Un big match «imprevisto» che sarà anche il confronto con Mertens, che l’anno passato chiuse con 28 centri ma che ora è a quota 7. Sarà pure però la partita verità per l’ Inter che con 7 vittorie in 8 gare si è guadagnata il diritto di essere l’anti-Napoli. Sognare lo scudetto per Icardi ancora non si può («è presto»), mentre l’ex presidente Massimo Moratti ha tutt’altra speranza: «Si comincia a pensare — ha detto a Radio Anch’io sport — che si può superare il Napoli, che si può puntare allo scudetto. È un’illusione post derby ma lasciatemela». Con un Icardi così si può.
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 17/10/17)
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