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Si sta rapidamente sviluppando l’iniziativa, promossa dal prof. Enzo Bonora, endocrinologo di Verona, della quale si era già parlato una settimana fa. Il Corriere della Sera ne riporta i contenuti: «Non un azionariato popolare, ma un’associazione che abbia come unico scopo statutario quello di sostenere economicamente l’Inter. Una società che sia il collettore del denaro, versato dai tifosi e necessario per dare risorse al club. Ci sarebbero le quote di socio simpatizzante, socio sostenitore, i contributi una tantum e altre soluzioni. Cinquanta euro versati da 10 milioni di interisti sparsi nel mondo significherebbero 500 milioni di euro. Cento euro a testa porterebbero in cassa 1 miliardo di euro. E i 500 euro che potrebbero dare i 100.000 sostenitori più generosi significherebbero altri 50 milioni».Il prof. Bonora, che non ha interessi personali, ma è mosso soltanto dalla passione per l’Inter, ha consultato «un autorevole esperto di aspetti societari e fiscali; mi ha confermato che il progetto è giuridicamente fattibile e neppure troppo complicato. Si tratterebbe di un’associazione non riconosciuta, regolamentata dall’art. 36 del codice civile, che, una volta costituita con un piccolo fondo comune (il patrimonio sociale) e da un numero limitato di persone, potrebbe incassare le donazioni dei tifosi e poi consegnarle periodicamente all’Inter. La nuova società dovrebbe avere alcune regole (nessun fine di lucro, trasparenza nell’elezione degli organi sociali) e incombenze da sostenere. L’iniziativa non dovrebbe collidere con le dinamiche societarie del club. Anzi: dovrebbe averne il gradimento».
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