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CorSera – Il ritardo sulla Roma non ammette altri stop. Thohir a cena per…

Francesco Parrone

Il Corriere della Sera nella sua edizione odierna si occupa di Inter analizzando i prossimi impegni sportivi e societari, con un Thohir arrivato a Milano per fare il punto con Massimo Moratti: “Se chi rincorre vuole arrivare davanti deve...

Il Corriere della Sera nella sua edizione odierna si occupa di Inter analizzando i prossimi impegni sportivi e societari, con un Thohir arrivato a Milano per fare il punto con Massimo Moratti"Se chi rincorre vuole arrivare davanti deve rispettare tre comandamenti: andare più forte dell’avversario, non inciampare e augurare a chi tira la volata di scoppiare. L’Inter vive da un bel po’ costretta nella camicia di forza della vittoria a ogni costo. I margini di movimento non esistono, il ritardo sulla Roma non ammette altre soste, dopo il lungo blackout di gennaio-febbraio, e si può solo accelerare per tentare di recuperare 5 punti nelle ultime 8 gare. Giallorossi e nerazzurri corrono sulla stessa pista, il calendario è uno specchio con 4 partite uguali (Lazio, Genoa, NapoliTorino per entrambe), identiche le motivazioni, possono variare forma e probabilità.

Mancini fa di calcolo e nel conto pesa pure la tara della scaramanzia. L’allenatore spera solo che la pausa non abbia spezzato il ritmo all’Inter, uscita dalla crisi con i gol e quattro vittorie di fila in casa. Riabbraccia capitan Icardi, ma trova un Torino assetato di punti e che l’esperto e sempre attuale chef Ventura presenta come una squadra «piena di stimoli e fiducia», nonostante l’assenza di Immobile. Per l’occasione si è ripresentato il presidente Thohir, ieri a cena ad Appiano Gentile per caricare la squadra. E se anche Moratti ha voluto confermare la fiducia nell’allenatore, Mancini lancia messaggi non cifrati sul futuro. 

L’incrocio tra risultati, bilanci, prospettive e obiettivi è una costante nella quotidianità del club nerazzurro, pressato da incombenze di campo e progetti futuri. Mancini prova a staccarsene un pochino. «Pensiamo a vincere, a prendere meno gol, a difendere come facevamo a inizio stagione e a chiudere le partite. Troppo spesso, come è accaduto a Roma, ci siamo fatti raggiungere e superare. Meglio fare due gol e non pensarci più». Almeno per un po’. I conti, dentro e fuori dal campo, tocca farli di continuo, sperando che alla fine tornino tutti".

(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 03/04/16)