Il Corriere della Sera rivela che il documento era stato inviato un manager di RedBird, Elizabeth Owen, al direttore amministrativo del Milan, Aldo Savi, che è colui che ne ha dato un’interpretazione problematica sulla reale proprietà del club rossonero.
“Una circostanza destinata a imbarazzare sia il Milan e Redbird e Elliott (direttamente per ovvie ragioni), sia però indirettamente anche i loro acerrimi avversari del fondo Blue Skye dei raider (e già nel cda del Milan) Salvatore Cerchione e Gianluca D’avanzo, prima soci di minoranza con Elliott nell’acquisto del Milan dal cinese Yonghong Li, e poi (dopo la vendita del club da Elliott a Redbird) protagonisti contro Elliott di un contenzioso civile e penale senza esclusione di colpi”.
Il quotidiano riferisce ulteriori dettagli su Savi:
"Una volta interpellato dalla GDF sulla bozza per il tour arabo dei dirigenti rossoneri, l’ha definita «strana» perché a suo avviso prospettava ai potenziali acquirenti non l’eventuale cessione di azioni del Milan detenute da Redbird, ma la cessione di un pezzo del debito di Redbird verso Elliott, senza che in apparenza Elliott fosse interpellato. In più Savi ha riportato agli inquirenti la propria impressione che sulla gestione quotidiana del Milan pesi ancora la «forte influenza» di Elliott attraverso non solo ex uomini Elliott come Scaroni, Furlani e Cocirio, ma anche come il capo dell’area sport Hendrik Almstadt, per Savi «strettissimo collaboratore di Gordon Singer», e la portavoce di Elliott in Italia, Marcella Verini, oggi anche di Redbird”.
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