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CorSera – Inter, ci pensa la difesa: successo necessario per tranquillizzarsi. Però…

Marco Astori

"La fotografia di una squadra frastornata, affidata all' inizio a Rafinha e sulla carta sostenuta da Gagliardini e Vecino, è il calcio d'inizio sbattuto direttamente in fallo laterale. Il trio di centrocampo, orfano dell'escluso Borja Valero, è una pena. Non c' è un passaggio rifinito, una verticalizzazione a buon fine: solo una valanga di fuorigioco fischiati a Candreva e Perisic, fuori fase per azzeccare il tempo giusto dello scatto. Il Benevento prende campo, si appropria della zona centrale, pizzica in più occasioni l'Inter scoperta e con Guilherme fa partire tre contropiedi pericolosi, buttati via. Una parata vera però Handanovic deva farla su Coda. È un'Inter senza senso, prevedibile, in sintesi dormiente. Rafinha tocca e ritocca il pallone, lo porta a spasso fino a perderlo. Eder in tutto il primo tempo accarezza al massimo due palloni. Il mondo nerazzurro è rovesciato: sembra l'Inter l'ultima in classifica, non il Benevento quasi condannato alla retrocessione. È una conseguenza normale e sacrosanta pure la secchiata di fischi che San Siro rovescia sulla formazione di Spalletti a fine primo tempo.

La contestazione ci mette un po', ma scuote l'animo dell' Inter che pure rischia di finire sotterrata ancora da Coda che manda alto e di vedersi fischiare contro un rigore (contatto Ranocchia-Cataldi). Si sa però, certe occasioni non si ripetono e soprattutto si pagano. Spalletti corregge una formazione inaccettabile, richiama Rafinha per Karamoh. È proprio il francesino a conquistare il corner da cui nasce il vantaggio, imbucato di testa da Skriniar sulla battuta di Cancelo. Il Benevento si accartoccia e scompare due minuti dopo. Il raddoppio sgorga da un altro calcio da fermo, sempre di Cancelo, su cui Ranocchia si tuffa e chiude la partita. Finisce con il Benevento in dieci per l' espulsione di Viola e la partita in ghiaccio. All'Inter serviva il successo per tranquillizzarsi, missione compiuta. Riaccendersi per davvero è tutta un'altra faccenda", conclude il Corriere della Sera.

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