La corsa non ha per ora sfiancato nessuno. È però ricca di trappole e basta appena rallentare per perdere posizioni. «In una situazione simile, nessuno può mettersi comodo sul divano», tanto meno l’Inter che con una vittoria a Cagliari potrebbe prendersi la testa della classifica per una notte. Si viaggia a tavoletta e i traguardi si sono tutti spostati in avanti, per lo scudetto e la qualificazione in Champions League che per centrarla, se si mantengono certi ritmi, serviranno 90 punti. Una settimana dopo la sconfitta di San Siro, il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini sentenziò: «Se davanti continuano così finiscono oltre i 100 punti». E se non sono 100 poco ci manca. Classifiche alla mano, perché con quelle si è presentato Spalletti in conferenza, negli ultimi sei anni in serie A non si è mai partiti a ritmi così indiavolati.
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CorSera – Inter, da rivedere la clausola di Icardi. Spalletti a -1 da Conte. Vincenti e brocchi…
Con una vittoria a Cagliari va in vetta: se continua così può sfondare quota 100 punti
Secondo il Corriere della Sera mai le prime quattro in classifica si erano ritrovate con 30 e più punti dopo 13 turni. La Juventus, nei campionati a 20 squadre e con i 3 punti a vittoria, rimane l’unica «centenaria» italiana e in Europa sono appena quattro le formazioni che hanno passato la soglia dei 100 punti: Barry Town (Galles), Celtic (Scozia), Real Madrid e Barcellona (Spagna). I bianconeri toccarono vetta 102 nel 2013-14, in panchina c’era Antonio Conte e alla 13ª giornata avevano fatto «solo» 34 punti, uno meno del Napoli attuale, uno in più dell’Inter. I nerazzurri non vanno considerati, e non si considerano più, degli intrusi lì davanti. «Per ora il gap con le più forti non c’è, poi la differenza la fa la costanza nel lavoro: abbiamo i ferri del mestiere per stare addosso alle prime».
L’Inter ha preso coscienza della sua forza, sa adattarsi alle partite, le aspetta, le doma. Spalletti sta mutando e, dopo tante carezze, comincia a mollare qualche schiaffetto ai suoi, giusto per evitare la compiacenza. «Sì, bene i complimenti e il ricordare che siamo imbattuti, ma rovescio la domanda: perché non abbiamo vinto tutte le partite? Non abbiamo fatto ancora il massimo, possiamo crescere, bisogna giocare senza tregua, non abbassare mai la guardia». Pungolatore o incontentabile, forse entrambe le cose, l’allenatore vuole sfruttare i prossimi impegni con Cagliari e Chievo. E non incappare in due pari come con Bologna e Torino, per presentarsi poi alla sfida del 9 dicembre con la Juventus (già esaurito lo Stadium) da prima in classifica o con un vantaggio consistente sui bianconeri, impegnati la settimana prima a Napoli. Lo scudetto è parola impronunciabile in casa Inter, però le stagioni si scrivono strada facendo e non sempre vincenti e brocchi si riconoscono alla partenza. Spalletti però non si fida e con una citazione mourinhana fa sapere: «I nemici continuano a esserci come allora, si parla tanto di chi sta fuori ma le riserve ci sono in tutte le squadre». Titolarissimo è Mauro Icardi, con cui presto la società dovrà ridiscutere la clausola da 110 milioni, ormai inadeguata per il centravanti. «Preoccupato delle attenzioni del Real Madrid? Ma no, poi chi è che non vuole Icardi. Se gli chiedete se rimane per sempre lui vi dirà: perché solo per sempre?». Parola di Spalletti.
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 25/11/17)
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