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Dal Corriere della Sera, Fabio Monti analizza la gara tra Lazio e Inter, nella quale i nrazzurri sono usciti sconfitti per 1-0 grazie ad un goal di Klose che ha beffato, dopo due conclusioni precedenti mancate, i nerazzurri. "Due pali per l’Inter, un gol per la Lazio. Conclusione: tre punti alla squadra di Petkovic, che ha infilato la quarta vittoria consecutiva in campionato all’Olimpico, a fronte della quinta sconfitta dei nerazzurri, firmata da una prodezza di Miroslav Klose. Come spesso avviene nel calcio, l’Inter, che aveva resistito ad un’ora di bassa qualità, è caduta nel momento in cui sembrava nella condizione addirittura di vincere la partita, cioé nella seconda parte della ripresa, quando aveva cambiato passo e le squadre si erano allungate. In sette minuti, fra il 22’ e il 28’, la squadra di Stramaccioni ha avuto tre occasioni per passare in vantaggio: palo pieno di Guarin (22’); stesso palo colpito da Cassano e sulla ribattuta, Nagatomo ha trovato Marchetti, pronto a mettere in angolo (27’); conclusione verso l’angolino mancata da Palacio per centimetri (28’). Il merito della Lazio è stato quello di accettare che passasse la bufera, senza perdere la testa: ripresasi dallo spavento e rientrata bene in partita, ha avuto una nitida occasione con Klose, che ha mancato la conclusione (34’).
A sua volta l’Inter è partita in contropiede, ma Milito è stato fermato per un fallo di Biava, che ha fatto infuriare gli interisti. E sulla controgiocata, Klose ha confermato che, come gli attaccanti veri, può sbagliare una volta, mai due. Sull’assist di Mauri, anche se già dolorante, ha trovato il guizzo per il gol, che le consente di arrivare a un punto dall’Inter. Per come si è sviluppata la partita nel suo insieme, l’Inter avrebbe meritato di pareggiare, ma ha pagato a distanza le colpe della prima ora, nella quale nulla di propositivo aveva combinato. Stramaccioni per una notte è tornato alla difesa a 4, una mossa studiata per evitare di far scivolare sugli esterni della Lazio Ranocchia e Juan, in presenza di un solo vero attaccante (Klose, con Zarate che se n’era andato a casa addirittura venerdì, pensando di non essere nemmeno convocato). È toccato a Juan finire in panchina, con Nagatomo a destra e Pereira a sinistra, ma la prima parte di gara è risultata soffocata dalla paura collettiva di andare sotto, con spettacolo ridotto ai minimi termini: la Lazio ha dimostrato di essere più squadra, avendo idee migliori e maggiore reattività; con il passare dei minuti, ha preso campo e iniziativa, però si è persa negli ultimi venti metri, dove è sempre stata murata dagli avversari, che hanno chiuso quasi tutti gli spazi per il tiro, pur con recuperi affannosi. Pereira ha rischiato il rigore su Klose (42’), in un’azione che molto ha fatto discutere.
Non ci sono state discussioni invece sul fatto che l’Inter fino all’intervallo nulla ha creato in fase offensiva, a parte un tiro di Guarin (in angolo): squadra troppo lunga, ripartenze lentissime, idee poco lucide, passaggi avventurosi, lanci di cinquanta metri per compagni controllati benissimo, dribbling mai riusciti. Proprio questa situazione, ha spinto Stramaccioni a cambiare sistema di gioco nella ripresa, passando ad un 4-4-2 più dinamico e adatto a coprire meglio il campo, con Zanetti terzino, Nagatomo a centrocampo e dopo un’ora Palacio per Cambiasso (infortunato). Con più benzina, l’Inter ha provato a vincere, ma è stata castigata e l’assalto finale è risultato complicato (c’era anche un intervento sospetto di Ciani su Ranocchia in area), contro un avversario che sa difendersi in maniera quasi perfetta (lo si era visto anche in casa della Juve), attraverso un’organizzazione di squadra che dice molto sulle qualità di Petkovic. Così l’Inter ha perso per la terza volta consecutiva contro la Lazio all’Olimpico, ma ad essere contenta è soprattutto la Juve, che oggi può volare via verso il titolo d’inverno".
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