L'ultima uscita precampionato dell'Inter contro il Villarreal ha evidenziato ancora diverse lacune nella squadra di Simone Inzaghi, che ha ancora ha molto lavoro da fare a meno di una settimana dall'inizio del campionato. Spiega il Corriere della Sera: "E' il quadro complessivo a suscitare interrogativi: la manovra sembra aver perso fluidità, spontaneità e di conseguenza efficacia, perché non c'è più Perisic sulla sinistra con il suo stile unico come fonte di gioco a sé stante e soprattutto il centravanti belga, che si esalta con il pallone in profondità, costringe l'Inter a cercare nuove soluzioni. Il ventenne Asllani si è trovato così nel mezzo di una squadra in cerca di una identità e ancora slegata quando il pallone ce l'hanno gli altri e ha sbagliato parecchio, pur mostrando cose interessanti.
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Se si dà per assodato che la fase difensiva parte dal lavoro dei propri attaccanti, allora si capisce meglio la frase di De Vrij («C'è tanta strada da fare soprattutto in fase di non possesso»), perché non basta ricongiungere la coppia dei 104 gol in due anni Lautaro-Lukaku per ritrovare in un attimo magia ed equilibri. Di mezzo c'è stata un'annata nella quale il riferimento più avanzato era Lautaro, con Dzeko che gli girava attorno e Calhanoglu bravo a tenere sempre acceso questo meccanismo. Adesso l'argentino è tornato a fare la seconda punta, gravitando di più nell'area di influenza del turco. Tutto questo mentre l'Inter attaccava una difesa da semifinale di Champions, con lanci lunghi e cambi di campo continui ma un po' scolastici: logico e salutare che certe lacune si siano viste di più".
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