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CorSera – Inter lanciata all’inseguimento del Napoli. Rispetto al Milan…

Le 3 prodezze del capitano affondano il Milan. Nerazzurri a-2 dal Napoli. E sabato la sfida

Francesco Parrone

Bello e imperfetto. Secondo il Corriere dello Sportil derby, con vista su Pechino, consacra l’ Inter quando il terzo 2-2 di fila sembrava scolpito nella pietra. E invece, proprio al novantesimo, uno sciagurato placcaggio di Rodriguez ai danni di D’Ambrosio consente a Icardi di chiudere dal dischetto la sua notte di gloria. Tre gol di Maurito con vista sul secondo posto, nove in otto partite, quattro in assoluto nella stracittadina. San Siro nerazzurra è come impazzita dentro il Tempio che esplode di felicità. L’Inter non è solo padrona di Milano, ma anche lanciata all’inseguimento dello scintillante Napoli capolista, tre punti sopra Juventus e Lazio. E sabato, ancora imbattuta, andrà al San Paolo senza niente da perdere in un testa a testa per lo scudetto.

Il Milan sprofonda a meno dieci dai cugini in una posizione anonima della classifica e a sette dal quarto posto Champions, ma se giocherà con la determinazione mostrata nel secondo tempo, dopo aver inspiegabilmente regalato il primo, potrà dare un senso compiuto alla stagione del rinnovamento. La differenza? Intanto il centravanti. Icardi è uno dei migliori al mondo: si infila tra Bonucci e Musacchio e stende Donnarumma già nel primo tempo. Poi riporta l’ Inter in vantaggio dopo la forte reazione milanista e lo fa con una girata meravigliosa dopo l’assist di Perisic. Silva, invece, è acerbo. Si batte, ma non graffia. È vero che nel primo tempo è troppo isolato, ma l’assenza di Kalinic, in una partita così, si sente e finisce per essere un handicap. Anche l’organizzazione ha il suo peso. L’Inter è più avanti nel processo di crescita.

Più squadra, più solida, più matura. Va in crisi però nella ripresa quando il Milan, oltre a schierare due punte (Cutrone accanto a Silva), aumenta ritmo e intensità. L’ Inter sbanda, soffre, ma ha il pregio di non disunirsi. E con Icardi marca la differenza. Per il Milan, alla terza sconfitta consecutiva, il 3-2 è una beffa e un ulteriore ridimensionamento. Spalletti nel lungo avvicinamento al derby numero 167 in campionato perde Joao Mario per una tonsillite acuta così sistema Gagliardini sulla linea mediana accanto a Vecino e Borja Valero trequartista di palleggio. Montella insiste con Borini esterno e Suso dietro Andrè Silva. La manovra è lenta, il palleggio insistito ma quasi sempre orizzontale.

Nella ripresa, con Cutrone al posto dello spento Kessie, è un altro Milan. Proprio Borini e Suso, sino a quel momento tra i peggiori, guidano la riscossa. La squadra di Montella capisce che per fare male all’Inter deve cambiare passo. Il gol da fuori area dello spagnolo, che fissa il provvisorio 1-1, è preceduto dal palo di Andrè Silva, da una rete di Musacchio annullata per fuorigioco e da due parate di Handanovic sullo stesso Suso e su Borini. Il Milan ha anche la forza per rimontare il secondo acuto di Icardi. Il gol, in realtà, è un’autorete sfortunata di Handanovic sulla scivolata perfetta di Bonaventura su cui s’addormenta Cancelo appena entrato. Il 2-2 sembra la soluzione definitiva. Ma Maurito è implacabile dal dischetto e l’Inter va a caccia del Napoli, lontano appena due punti. E, sotto sotto, può sognare lo scudetto. Con un centravanti così niente è impossibile. Certo, Spalletti dovrà migliorare la tenuta della mediana. Ma ha tutto per non sfigurare al San Paolo contro la macchina da guerra di Sarri.

(Fonte: Alessandro Bocci, Corriere della Sera 16/10/17)

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