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CorSera – Inter obbligata a vincere. In attesa di una ristrutturazione…

In attesa di ristrutturare la squadra (e magari anche la società), l’Inter ha cambiato il sito: www.inter.it è tutto nuovo da ieri alle 18.30, l’ora in cui il club nerazzurro aveva preso forma lunedì 9 marzo 1908: «Nascerà qui al...

Francesco Parrone

In attesa di ristrutturare la squadra (e magari anche la società), l’Inter ha cambiato il sito: www.inter.it è tutto nuovo da ieri alle 18.30, l’ora in cui il club nerazzurro aveva preso forma lunedì 9 marzo 1908: «Nascerà qui al ristorante l’Orologio, ritrovo di artisti, e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo».

Il compleanno ha coinciso con uno dei momenti più delicati della stagione, a due giorni dalla batosta rimediata con il Tottenham e in attesa del posticipo di stasera contro il Bologna, la squadra che nel 2013 ha segnato più gol. I nerazzurri l’hanno già eliminata nei quarti di Coppa Italia, ma solo con un gol di Ranocchia all’ultimo minuto dei supplementari (3-2, 15 gennaio) e dopo che gli interisti erano stati in vantaggio di due gol.

Vincere stasera è diventato un obbligo più per la cronaca che per la storia, più per il presente che per rendere omaggio al passato. Lo impone la classifica, perché il Milan, terzo, ha vinto l’anticipo ed è al momento avanti di quattro punti e perché la concorrenza è serratissima.

D’altronde, Stramaccioni ha riconosciuto che «l’Inter compete per tutti gli obiettivi per cui lotta. Fin dal primo giorno il nostroobiettivo societario è tornare in Champions League. Non abbiamo mai reputato le altre competizioni meno importanti, però con 12 giocatori a disposizione non posso rischiare di perderne altri» Adesso è il momento di far ve dere se la squadra può davver restare in corsa fino all’ultimo per il terzo posto.

E questo deve aver detto agli interisti ieri sera il presidente Moratti, che non ha mai pensato di aver costruito una squadra forte come quella del 2010, l’anno dei cinque trofei, ma nemmeno un gruppo di giocatori capaci di collezionare una serie di bruttefigure da ricordare, come è avvenuto in questi settanta giorni di 2013. In sintesi: con tutte gli alibi possibili, i conti non tornano e qualcuno dovrà chiedersi perché.

Oggi l’Inter affronta il Bologna senza Handanovic (squalificato), con Carrizo che non gioca dal 13 maggio 2012 (Catania-Udinese 0-2) e senza Alvarez, che si è fermato per un affaticamento muscolare, a conferma di una scarsa adattabilitàal calcio italiano (anche nei sistemi di allenamento). Stramaccioni ha insistito sulla validità dell’idea di base, quella che ha ispirato questa Inter: «Il presidente ha iniziato un progetto con certi giocatori e un allenatore. Abbiamo avuto alti e bassi e non abbiamo avuto continuità anche per gli infortuni. È facile avviare un progetto, ma è difficile proseguirlo. Qui ci sono grandi pressioni perché siamo l’Inter e le critiche ci sono sempre. Non è però costruttivo mettere in discussione un progetto dopoogni sconfitta. Gli errori si possono commettere, ma vogliamo costruire le fondamenta per una nuova grande Inter. Noi ci crediamo e ci credono anche i nostri tifosi, che ringrazio per come ci hanno accolto dopo la caduta di Londra».

E ha negato che sia stato un errore lo scambio Pazzini-Cassano: «Milan e Inter hanno reputato vantaggioso lo scambio e le esigenze allora erano diverse; il Milan cercava un centravanti, noi una seconda punta e poi c’era un conguaglio economico a nostro favore. Abbiamo fatto la scelta di puntare su Milito e la rifarei cento volte. All’inizio tutti dicevano che avevamo fatto benenoi; adesso il giudizio si è capovolto».