L’Inter si prende una pausa, rallenta un po’, non inchioda. In un campionato dove la vittoria è un obbligo per chi vive ai piani alti anche un pari giusto, e a tratti spettacolare contro il miglior Torino dell’anno, diventa «un’occasione persa che lascia un po’ l’amaro in bocca», a Spalletti. Scala di una posizione l’Inter, superata al secondo posto dalla Juventus, e comunque
ultimora
CorSera – Inter, pari con il miglior Torino dell’anno. C’è rammarico…
Granata avanti con Iago e raggiunti da Eder nel finale. Spalletti: "Occasione persa"
resta in scia al Napoli, in una classifica sempre più compatta e affollata lì davanti. Sgarrare non è concesso, ma in fondo i nerazzurri non pagano un prezzo eccessivo per aver bucato la sesta vittoria di fila a San Siro, imbandito per la tavolata di mezzogiorno con oltre 71 mila spettatori.
Rimane un punto e se Spalletti mastica amaro è pur vero che avrebbe potuto non stringere neppure quello, se Obi di testa avesse trovato la porta quando già stava 1-0 per il Toro. In realtà il pareggio è un bicchiere mezzo pieno per tutti. Certifica la solidità dell’Inter, ancora imbattuta e capace di reagire allo svantaggio, e il ritrovato carattere della squadra di Mihajlovic: se i granata giocano sempre così possono lottare per l’Europa League. È pure la logica sintesi di una partita in punta di tattica, condotta bene da Mihajlovic e riacciuffata da Spalletti nel finale, dopo un cambio di modulo, il passaggio alla difesa a tre e un’abbondanza di giocatori offensivi. Dalla scarna panchina dell’Inter è spuntato Eder, a siglare il pari e a suggellare il rinnovo del contratto firmato in settimana. E non può essere un caso se il gol è arrivato ancora nell’ultimo quarto d’ora finale: è il 10° sui 23 totali in questo campionato.
Secondo il Corriere della Sera un tratto distintivo dell’Inter, andata per la prima volta sotto in casa e capace ancora di risalire, come già aveva fatto a Roma e Bologna. «Abbiamo perso un po’ d’ordine e sbagliato tutto quello che si poteva», ha concesso Spalletti. Gli errori ci sono stati, indotti però dal Torino e da Mihajlovic, bravo a preparare la gara. Il tecnico serbo, che si tiene ben stretta la panchina, ha vinto a metà campo, piazzando tre di molta sostanza e poco fioretto come Baselli, Obi e Rincon. È stato proprio il venezuelano a incanalare il match, asfissiando Borja Valero e asciugando così la fonte del gioco interista, un’astuzia cui iniziano a ricorrere in parecchi. Disturbata sempre sulle vie centrali, l’Inter è stata costretta a lavorare sulle fasce, appoggiandosi quasi esclusivamente a Candreva. L’esterno della Nazionale ha piazzato più di un cross per Icardi: il capitano però si è preso una giornata di riposo, lasciando sempre cadere i suggerimenti.
E così la prima parte se n’è andata via in equilibrio con qualche pericolo di qua e di là e con il centrocampo dell’ Inter schiacciato. Dopo essere stato salvato da Sirigu, il Torino ha colpito a inizio ripresa con Iago Falque. Una rete da esterno puro: si è accentrato per poi scaricare nell’angolo. Immobile la difesa nerazzurra, al 6° gol subito nelle ultime 5 uscite. Obi ha buttato fuori di un nulla il raddoppio, poi è riemersa l’Inter, trasformata da Spalletti, che ha abbassato Borja, e trascinata da Vecino. Il gol in appoggio di Eder ha placato la foga del Toro e i nerazzurri sono andati a un soffio dal prendersi tutto, con il tiro da fuori che Vecino ha schiantato sulla traversa. L’Inter si rammarica, stavolta però ha giocato e creato più che in altre partite. La strada è giusta, ma i limiti ci sono e non sempre si riesce a nasconderli.
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 6/11/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA