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Domenica 31 agosto 1997, nella partita d’esordio (contro il Brescia), l’Inter e gli interisti avevano scoperto il talento (e il sinistro) di Alvaro Recoba, uno che ha vissuto al 5% del suo talento. Stasera all’Olimpico, contro il Torino, che a maggio è arrivato settimo (57 punti, tre in meno dell’Inter), Walter Mazzarri proverà a scoprire dove può arrivare questa Inter, la prima con il suo marchio di fabbrica. «Ci aspetta un test importante e significativo. Il Torino è una squadra con valori tecnici forti, ha un bravissimo allenatore, gioca un ottimo calcio e non perde mai la palla. In più, a casa sua, è sostenuto da un grande pubblico. Noi veniamo da un buon pre-campionato, perché la squadra si è sempre battuta bene, anche contro avversari forti, come Manchester United, Real e Roma; sono curioso anch’io di vedere questo gruppo nella prima partita che vale tre punti».
L’Inter così com’è, al netto del valore aggiunto dell’ultimo giorno, piace al tecnico: «La società, in base ai parametri che conoscevamo, ha compiuto un buon lavoro sulle mie indicazioni e sono contento di ciò che si sta facendo tutti insieme. Ora il gruppo va messo in condizione di rendere al massimo e già oggi vedremo se la condizione fisica è migliorata. Chi era qui l’anno scorso ha trovato lo stesso allenatore e dunque sa che cosa chiedo quest’anno, al di là degli schemi. Resta il fatto che in questa stagione siamo partiti tutti con le idee più chiare». E sul futuro: «Io non mi pongo mai obiettivi; andare in Champions League significa arrivare tra i primi tre, ma non do una preferenza, perché un allenatore deve tirare fuori tutto quello che è possibile dalla sua squadra nelle 38 partite e soprattutto in un’annata che segna l’inizio di un nuovo ciclo. In generale, penso che sarà un campionato più equilibrato dell’anno scorso, perché al di là delle prime tre, ci sono altre squadre pronte a dare fastidio».
Mazzarri spera che nel gruppetto dei guastatori ci sia anche l’Inter, in cerca di quella continuità che l’anno scorso si è vista soltanto nei primi 40 giorni (mai tre vittorie consecutive) e di un posto in Champions League, dopo un esilio di tre anni (due in Europa League, uno fuori dalle coppe); l’idea è di partire con un centrocampo solido (Medel e M’Vila), con Kovacic, che contro gli islandesi ha segnato i suoi primi gol in nerazzurro e Hernanes alle spalle di Icardi, con Osvaldo in panchina e Palacio in fase di recupero. «Kovacic aveva giocato da mezz’ala già contro la Lazio a maggio e aveva pilotato la squadra alla vittoria. Lui sa che cosa voglio; è sulla strada giusta; ha migliorato tiro e condizione atletica». Verifica in serata, sul prato dove undici mesi fa i nerazzurri erano tornati a casa con un 3-3 che aveva scontentato tutti.
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