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CorSera – L’Inter assiste allo show Real. Casemiro come Zidane e la difesa…

Francesco Parrone

Tre a zero nel risultato, molto di più nel gioco. Vince il Real Madrid, in tutti i sensi: solo nel finale l’Inter ci ha provato, ma la sensazione è che a quel punto gli spagnoli abbiano smesso prudentemente di giocare. Eppure Walter...

Tre a zero nel risultato, molto di più nel gioco. Vince il Real Madrid, in tutti i sensi: solo nel finale l’Inter ci ha provato, ma la sensazione è che a quel punto gli spagnoli abbiano smesso prudentemente di giocare. Eppure Walter Mazzarri non si abbatte, anzi: «Il risultato è bugiardo. Chi non ha visto la partita pensa che il Real abbia dominato, invece l’Inter ha avuto 6-7 occasioni. È un passo avanti».

All’Edward Jones Dome non c’erano i centomila della messa del ’99 di Giovanni Paolo II o gli scatenati tifosi dei Rams (la squadra locale di football), ma quando c’è Inter-Real anche St.Louis, Missouri, sa entusiasmarsi. Fa niente se le due squadre sono fuori condizione, a una settimana dall’inizio della Liga e due della serie A, e se Ancelotti Mazzarri sono in vena di collaudi più che di spettacolo.

Il Real chiude la trasferta americana con 6 successi e 1 pareggio; i nerazzurri, dopo quelle contro Chelsea e Valencia, raccolgono la terza sconfitta ma anche qualche indicazione e molti dilemmi. Tra questi c’è la difesa, che deve aggiustare i meccanismi e che anche ieri (inizialmente con Ranocchia, Campagnaro e Juan Jesus) non ha convinto. Per Mazzarri il reparto arretrato è fondamentale in funzione del suo gioco migliore: generose aperture sulle fasce (ma non certo con Pereira e Jonathan in questo stato) e folate di rimessa in velocità, con Palacio a fare il Cavani, e con l’appoggio di Icardi Belfodil.

Così ecco in arrivo due nuovi difensori: l’imponente portoghese Rolando (28 anni, in prestito dal Porto ma ultima stagioneal Napoli) e il 19enne brasiliano Wallace (dal Chelsea ma reduce dalla Fluminense). La retroguardia non è stata agevolata da quello che chiamano il filtro di centrocampo. Perfino le parole di Javier Zanetti, ieri 40 anni, non suonano così di circostanza: «Voglio tornare a giocare e dare una mano all’Inter». Cambiasso e Kuzmanovic (sostituito nella ripresa da un altro lento di qualità, Alvarez che riuscirà anche a segnare, ma nella porta sbagliata) devono entrare a regime, Guarin ci prova ma non trova intorno la squadra, molto meglio il 19enne danese Olsen, lucido, dinamico e coraggioso, una sorpresa: suo un gran tiro respinto in angolo da Diego Lopez.

Ancelotti dà fiducia a Kakà come ai tempi del Milan e dopo 11 minuti il brasiliano lo ripaga con un gol spettacolo: stop dipetto, tiro al volo e poi tuffo di testa in rete sulla respinta di Handanovic. Il Real domina grazie al 21enne brasilianoCasemiro, che a centrocampo sembra Zidane. Suo anche l’assist sfruttato da Cristiano Ronaldo, che alla faccia diMourinho mantiene la prodigiosa media di oltre un gol a partita da quando ha la maglia merengue.

Nella ripresa il Real si presenta con la traversa del ventenne Jesé Rodriguez, altro prodigio del vivaio. Per vedere ilprimo vero tiro dell ’ Inter  ci  vuole un’ora, quando Palacio controlla bene al volo e conclude colpevolmente alto. A metà ripresa dentro Alvarez (che di testa regala al Real il 3-0, poi prova a farsi perdonare con due tentativi solitari, parati) e Icardi, che si dimostra il migliore dell’Inter sfiorando anche due reti di testa. La sensazione è che Mazzarri abbia molto più lavoro di Ancelotti.