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CorSera – L’Inter è stabile, Thohir gli dà  sostegno: quest’anno è un altro Mazzarri

Un lampo di Vidic — di testa il primo gol italiano del difensore serbo arrivato a Milano dal Manchester United — e un tiro al volo violentissimo di Nagatomo hanno risolto in favore dell’Inter il derby italiano della Guinness Cup rimandando a...

Francesco Parrone

Un lampo di Vidic — di testa il primo gol italiano del difensore serbo arrivato a Milano dal Manchester United — e un tiro al volo violentissimo di Nagatomo hanno risolto in favore dell’Inter il derby italiano della Guinness Cup rimandando a casa (o meglio a Boston) la Roma. A Filadelfia l’atmosfera non è delle più incoraggianti: mentre dal Michigan giungono notizie di uno stadio colmo di 90 mila tifosi per l’altra partita del girone, quella tra Real Madrid e Manchester United, al Lincoln Financial Field, lo stadio da 70 mila posti degli Eagles, ci sono appena 12 mila spettatori. La grinta, la rapidità, la determinazione mostrate nelle partite con gli avversari inglesi è spagnoli è un ricordo. Anche se si gioca in America e per la Guinness Cup, Inter-Roma, primo match della stagione tra due grandi, ha fin dall’inizio il sapore di una partita da precampionato italiano: ritmi più blandi, soprattutto da parte della Roma, che soffre il pressing dell’Inter e sbaglia molti passaggi.

Scesa in campo senza Totti, Keita e Cole, la Roma perde quasi subito (dopo 10 minuti) per un infortunio muscolare il perno della difesa, Leandro Castan. Lo sostituisce Benatia, stavolta partito dalla panchina. L’Inter è disposta meglio in campo e Dodò, alla prima partita contro i suoi ex compagni, è una spina nel fianco con le sue serpentine continue. La prima conclusione pericolosa, un tiro al volo di Kuzmanovic, è parata con sicurezza da Skorupski, ben piazzato. Altre offensive dell’Inter vengono spezzate con sicurezza da Astori, il migliore della Roma nel primo tempo. Un paio di incursioni di un Iturbe abbastanza spaesato, non hanno fortuna.

Destro è poco servito e spreca quello che gli arriva. Al 35’ un lampo di Nainggolan che recupera una bella palla sulla trequarti, si gira e tira con forza. Handanovic para con difficoltà, in due tempi. Tiene palla e attacca di più l’Inter con Vidic che ha già preso in mano la regia difensiva, mentre davanti gli attaccanti si scambiano di ruolo con una certa agilità. Dopo un colpo di testa di Icardi, l’unica conclusione pericolosa della punta nerazzurra, al 46’ arriva il bel gol di Vidic. Cross dell’onnipresente Dodò e il serbo, scavalcata tutta la difesa avversaria, brucia Nainggolan e schiaccia nella rete giallorossa da pochi passi: nulla da fare per Skorupski. Il secondo tempo si apre con una fiammata giallorossa, ma Destro si mangia un gol fatto dopo due minuti. Ancora due tentativi di Nainggolan e Iturbe, poi comincia la girandola dei cambi. Garcia cerca di dare la scossa alla Roma con l’esperienza di Totti, Keita, Cole e il talento del giovanissimo Ucan. Fuori De Rossi, Emanuelson, Destro Pjanic. Subito dopo tocca a Mazzarri: dentro Kovacic, Guarin e D’Ambrosio, mentre Carrizo sostituisce Handanovic in porta.

La partita finisce, di fatto, al 24’ della ripresa quando in un contropiede interista un perfetto traversone di D’Ambrosio coglie Nagatomo solissimo ai limiti dell’area piccola: tiro violento e palla dentro. Le due squadre continuano cambi a raffica fino a sostituire tutti i giocatori delle formazioni iniziali. La reazione della Roma è debole. I nerazzurri hanno un altro paio d’occasioni per segnare il terzo gol, poi Totti serve una palla al giovane talento paraguaiano Sanabria, appena entrato, che spara un diagonale violento: grande parata di Carrizo. Bella prova per l’Inter che si conferma squadra grintosa e ben organizzata che sta assorbendo la lezione e lo stile di Mazzarri. Il quale quest’anno, probabilmente più sereno per la maggior stabilità societaria e il forte sostegno di Thohir, sta riuscendo a inculcare di più la sua determinazione nel team. Da Guarin a Icardi, tutti scendono in campo con una maggior convinzione. Per la Roma sicuramente un passo indietro rispetto alle prove con lo United e il Real Madrid. Uniche note positive la sicurezza di Astori al centro della difesa, mentre Nainggolan si è confermato un gladiatore, pur con qualche sbavatura difensiva. Anche Ljajic si è dato molto da fare in varie zone del campo, pur senza mai riuscire ad essere determinante.