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CorSera – L’Inter raggiunge, sorpassa ma alla fine resta senza sorriso…

La partita fra due squadre incomplete (soprattutto in difesa) e imperfette ha prodotto 6 gol e spettacolo di forte intensità agonistica. Alla fine è l’Inter che è tornata a casa senza sorriso, perché dopo aver giocato 89’ con un uomo in...

Francesco Parrone

La partita fra due squadre incomplete (soprattutto in difesa) e imperfette ha prodotto 6 gol e spettacolo di forte intensità agonistica. Alla fine è l’Inter che è tornata a casa senza sorriso, perché dopo aver giocato 89’ con un uomo in meno, aver rimontato due volte il Torino ed essere andata in vantaggio a metà ripresa, si è vista raggiunta all’inizio del recupero, su una punizione velenosa di Bellomo che ha tradito Carrizo. Il 3-3 fa scivolare l’Inter al quinto posto, a 4 punti dalla zona Champions League, ne indica le oggettive difficoltà di costruzione (previste e prevedibili, fra assenze e stanchezza da nazionale) e premia lo sforzo del Toro, che non si è mai arreso anche quando il muro avversario sembrava respingere tutto.

L’avvio dell’Inter è stato orrendo. La squadra si è subito consegnata al Torino, che in 7’ ha fatto quanto segue: palo di Cerci (3’); uscita di Handanovic sui piedi del numero 11 granata, bravo a togliergli il pallone e con la difesa interista traballante; rigore ed espulsione del portiere (6’); sostituzione di Kovacic con Carrizo; respinta del portiere sul penalty calciato di sinistro da Cerci (7’). L’Inter si è ritrovata con un uomo in meno, in uno stadio dove dal settore dei tifosi nerazzurri sono partiti solo cori anti-Napoli e nequizie assortite (anche autoinsulti), con l’unico scopo di mettere in difficoltà il club e arrivare a una nuova chiusura della curva Nord a San Siro.

I nerazzurri, in campo, hanno dimostrato di avere due marce in meno rispetto ai granata, che hanno cercato di fare la partita avvicinandosi al gol con D’Ambrosio; eppure, nonostante tutto, l’Inter ha sfiorato due volte il vantaggio, con Taider (altissimo) e con un passaggio profondo di Guarin, sul quale Nagatomo e Palacio sono arrivati in ritardo (20’). Un minuto dopo Farnerud ha sfruttato i nuovi impacci degli interisti tutti in fase difensiva e ha potuto concludere con un diagonale finito nell’angolo.

La reazione nerazzurra è stata modesta, fra errori, amnesie, ritmo lento, con Mazzarri incredulo e furente di fronte a simile spettacolo; il Torino ha tenuto in mano bene la partita, con Gazzi davanti alla difesa, pronto a liberare Brighi e Farnerud schierati come mezz’ali e ha cercato il raddoppio, con alcune conclusioni non impeccabili. Dopo aver gestito malissimo due punizioni da buona posizione, l’Inter ha costruito il pari su angolo, con Ranocchia in contrasto su Padelli e rovesciata di Guarin a porta vuota. Un gesto di notevole coordinazione e con alto grado di difficoltà.

Ventura nella ripresa è stato costretto a cambiare subito Farnerud (adduttori), con Immobile che prima ha sprecato una buona occasione e poi ha segnato sulla percussione di Cerci. Cento secondi dopo, l’Inter ha pareggiato sull’errore di Padelli, che ha spalancato la strada a Palacio. Nonostante la difficoltà nel fronteggiare i granata, che scappavanovia, l’Inter ha intravisto la possibilità di vincere e Mazzarri ha avuto un’ottima intuizione: fuori Taider, spazio a Belfodil, che con la sua freschezza e la sua forza di gambe ha messo più volte in difficoltà gli avversari, fino a offrire l’assist del 2-3 a Palacio.

L’Inter è tornata sulle barricate, il Toro si è dannato per agguantare il pareggio, facendo densità in area di rigore intorno a Cambiasso. Quando sembrava che l’obiettivo dei 3 punti fosse vicino, Wallace, entrato al posto di Palacio stremato dalle due partite con l’Argentina, ha commesso un fallo inutile, che Bellomo ha trasformato in oro, in fondo a una partita che Doveri ha arbitrato male, e non per l’episodio iniziale, forse l’unica decisione giusta della serata, ma per tutta una serie di decisioni sballate.