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CorSera – L’Inter si arrende e conclude il viaggio. Ancora troppi errori, la Nord irritata…

Francesco Parrone

Niente rimonta. L’Inter ha concluso il suo viaggio in Europa, tra i fischi e la contestazione di San Siro. Il Wolfsburg, che è anche riuscito a vincere (44’ s.t.), a giochi fatti, ha dimostrato di essere più forte, più completo, più maturo...

Niente rimonta. L’Inter ha concluso il suo viaggio in Europa, tra i fischi e la contestazione di San Siro. Il Wolfsburg, che è anche riuscito a vincere (44’ s.t.), a giochi fatti, ha dimostrato di essere più forte, più completo, più maturo e non è un caso che sia la miglior squadra della Bundesliga, Bayern a parte. L’Inter ha pagato le proprie colpe: sei occasioni per fare un gol è troppo poco per andare avanti, soprattutto se accompagnate da gravissimi errori in fase difensiva, che si sono ripetuti anche nella serata in cui tutto avrebbe dovuto filare liscio, come hanno constatato i 42.041 paganti, che hanno subito notato l’assoluta fragilità della squadra. Non è stata sufficiente per contenere i danni nemmeno l’ultima idea di Mancini: puntare su un 4-4-2 a soluzione variabile, pronto a trasformarsi in un 4-2-3-1 nei momenti di maggiore pressione. Una soluzione che ha in parte penalizzato Hernanes e Kovacic (due trequartisti, schierati molto larghi), ma che poteva essere utileper coprire meglio il campo, contro i tedeschi abilissimi nell’occupare tutto lo spazio.

L’Inter è partita bene, con Hernanes che ha avuto il destro per spaventare Benaglio (3’), ma due minuti dopo è arrivato il primo pericolo per i nerazzurri in completo azzurro improbabile: Caligiuri ha calciato alto, vanificando una buona occasione. Carrizo ha dovuto fare un mezzo miracolo, per rubareil pallone dai piedi di Dost, lasciato libero di andare in porta da una difesa larga, lunga, distratta, scollegata. Ma è stato a metà tempo che la partita ha avuto una svolta: palla-gol per Icardi, con Benaglio ancora pronto alla deviazione (23’), rete di Daniel Caligiuri, doppio passaporto (italiano e tedesco) e cuore milanista, libero di colpire in mezzo all’area sul cross di De Bruyne (24’). Qui si è visto di tutto: Campagnaro superato in velocità; Ranocchia disperatamente fuori posizione; Juan Jesus lento a recuperare, come se la questione non lo riguardasse. Così Caligiuri, preferito a Schurrle (costato 32 milioni, pagati al Chelsea), ha potuto presentarsi da solo davanti a Carrizo, che non è stato nemmeno fortunato nel rimpallo.

La partita è diventata complicatissima, anche perché il portiere della nazionale svizzera ha fatto di tutto perché l’Inter non pareggiasse prima del riposo, esibendo un paio di interventi notevoli, in particolare quello su Guarin, che avrebbe comunque potuto tirare meglio, ma il Wolfsburg ha sempre dato l’impressione di avere la partita in mano e di poter far male sulle ripartenze e sui lanci lunghi, che hanno rappresentato un problema irrisolvibile per gli interisti. E prima dell’intervallo si è vista una squadra troppo sconnessa, slegata e lunga. Mancini ha provato a cambiare sistema di gioco, riproponendo il 4-3-1-2 (Hernanes dietro ai due attaccanti), che però non ha dato gli esiti sperati, anche perché la squadra ha cominciato a sbagliare passaggi elementari in fase offensiva, fino a perdere del tutto il filo del gioco. Fuori Kovacic (problemi a un ginocchio), dentro Kuzmanovic, ma l’Inter ha fatto capire in maniera fin troppo chiara di non credere più nella possibilità di arrivare almeno ai supplementari di fronte ad avversari migliori di lei.

L’atteggiamento ha molto irritato la curva Nord, che ha cominciato a contestare, salvo cambiare idea quando Palacio ha preso la squadra per mano: prima ha trovato il pugno di Benaglio, poi ha firmato il pareggio dopo triangolazione magnifica con Hernanes (26’ s.t.). Il Wolfsburg ha cominciato a far girare il pallone, l’Inter ci ha provato, ma con una percentuale di errore troppo alta per sperare davvero di farcela. E alla fine, è arrivato anche il 2-1 con il gol del danese Bendtner. Fine del viaggio in Europa, non resta che un futuro incerto in tutti i sensi.