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CorSera: “L’obiettivo è battere l’Udinese per allungare. Il calendario sembra benevolo e…”

Francesco Parrone

L’Inter il suo attico l’ha costruito in provincia, cementando il primato sulle spalle della «classe operaia». Dei 33 punti raccolti, i nerazzurri ne hanno portati via 26 alle medio-piccole. Solo 7 sono arrivati dagli scontri con Milan,...

L’Inter il suo attico l’ha costruito in provincia, cementando il primato sulle spalle della «classe operaia». Dei 33 punti raccolti, i nerazzurri ne hanno portati via 26 alle medio-piccole. Solo 7 sono arrivati dagli scontri con Milan, Fiorentina, Juventus, Roma e Napoli. Mancini è uno Sceriffo di Nottingham senza pietà, vessa i poveri per ingrassare la cassa nerazzurra. Stasera al Friuli l’Inter può prendere la rincorsa e scappare, approfittando degli scontri diretti Napoli-Roma e Juventus-Fiorentina. «Ma quelli non cambiano molto la classifica, è talmente corta che le posizioni variano ogni domenica». Per gli altri però, perché l’Inter sta davanti da un po’ e ha perso lo scettro per appena una settimana, dopo il k.o. di Napoli assorbito in fretta. Il gioco comincia a vedersi, gli 1-0 così striminziti nella forma e opulenti nella sostanza sono riapparsi, e semmai l’unica preoccupazione sono i troppi cartellini rossi accumulati, già 5 in questa prima frazione di campionato. Se n’è accorto pure il presidente Erick Thohir. «Non è giusto finire in dieci tutte le partite. L’Inter rispetta gli arbitri, loro rispettino il gioco. Devono mantenere la partita divertente e corretta e non voler essere al centro dell’attenzione».

Un’onda lunga ad amplificare le il ritornello di Mancini, polemico ogni fine gara con gli arbitri. Contro il Genoa la doppia ammonizione ha colpito D’Ambrosio, a Napoli toccò a Nagatomo e per l’occasione il tecnico nerazzurro regalò una citazione da annali: «Gli arbitri preferiscono espellere un giocatore piuttosto che portare a cena una bella donna». Una polemica sposata dall’allenatore del Napoli, Sarri: «Nicchi la smetta di dire che i fischietti italiani sono i migliori del mondo, non è così». A Udine l’Inter va a caccia di un doppio successo: finire la partita in undici, ma molto dipenderà dall’arbitro Massa che ha diretto i nerazzurri alla seconda giornata contro il Carpi, e vincerla per avvicinare un altro po’ l’obiettivo dichiarato di «qualificarsi in Champions League». Lo scudetto Mancini ce l’ha in testa e lo confessa apertamente parlando di «un torneo ormai assestato, dove le squadre oggi in testa lotteranno per il titolo».

La strada è lunga, ma nel calendario d’inverno l’Inter potrebbe non trovare ghiaccio. Contro l’Udinese di Colantuono, senza i due centrali Danilo e Felipe e deciso a riproporre Di Natale titolare, parte un ciclo da sfruttare: Udinese, Lazio, Empoli, Sassuolo, Atalanta e Carpi. Sei gare da capitalizzare, prima del derby con il Milan. L’Inter ha dimostrato di avere continuità in tutto: negli 1-0 (otto fin qui), nelle strisce positive (una da 5 vittorie e un’altra da 7 risultati utili) e nella difesa, la migliore del campionato con 9 gol subiti. Resta il nodo dell’attacco che una certa prolificità l’ha acquisita con il rifiorito Ljajic, confermato titolare. Mancini deve però recuperare bomber Icardi, lasciato a sedere con il Genoa e rilanciato stasera dall’inizio. «Sarà il nostro cannoniere, non ci sono problemi». Il capitano ha prodotto qualche scintilla, non si è mai acceso, e il tecnico fatica a trovare la soluzione per far intendere lui e Jovetic. Se ce la fa lo scudetto è più di un sogno.