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CorSera – La partite della verità . Adesso l’Inter vuole capire se può essere grande…

È passato un anno da quando Massimo Moratti ha compiuto il grande passo, decidendo di cedere l’ Inter a Erick Thohir. L’incontro di Parigi, quello che ha rappresentato la svolta nella trattativa, risale al 18 settembre 2013; il giorno dopo,...

Francesco Parrone

È passato un anno da quando Massimo Moratti ha compiuto il grande passo, decidendo di cedere l’ Inter a Erick Thohir. L’incontro di Parigi, quello che ha rappresentato la svolta nella trattativa, risale al 18 settembre 2013; il giorno dopo, erano arrivate le pubbliche spiegazioni; il 20 il presidente (allora non onorario) aveva richiamato la squadra a pensare alle partite e non ad altro; il 21 era salito ad Appiano per incontrare la squadra; il 22 era andato a Reggio Emilia e lì aveva assistito al 7-0 al Sassuolo. Un anno dopo, sono cambiate tantissime cose, soprattutto lo spirito d’impresa: è scomparsa l’idea dell’avventura, quella di arrivare in alto, lasciando spazio anche alla fantasia e si cerca una complicata quadratura del bilancio, per far tornare i conti. L’obiettivo immediato è quello di trovare continuità per parcheggiare la squadra nelle zone alte della classifica, dopo una partenza incoraggiante: lo 0-0 di Torino era stato un pareggio di assestamento; il 7-0 con il Sassuolo un’esagerazione di inizio stagione; l’1-0 di Kiev contro il Dnipro il segnale che la squadra sta trovando solidità e compattezza e dare forza alla difesa è fondamentale per fare strada. Le prossime cinque partite, da oggi al 5 ottobre, daranno una prima concreta indicazione sul tipo di campionato che può fare l’Inter del nuovo corso: stasera il Palermo, una trasferta piena di insidie per la forza della squadra di Iachini e per le fatiche ucraine; mercoledì l’Atalanta a San Siro, davanti a Thohir; domenica il Cagliari a San Siro; il 2 ottobre, la seconda partita di Europa League, in casa con gli azeri del Qarabaq e il 5 la Fiorentina in trasferta.

Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le soluzioni. Per stasera, a Palermo, dove il 28 aprile 2013 i nerazzurri avevano perso e Zanetti si era rotto il tendine, Mazzarri conta di recuperare Kovacic, dopo il colpo al polpaccio e quella del croato sarà una delle cinque possibili novità rispetto alla partenza della gara con il Dnipro, insieme con Ranocchia, Nagatomo, Medel e Osvaldo. Torna in campionato Vidic, dopo la squalifica per il rosso di Torino. Ha detto il centrale serbo: «È difficile giocare qui. Devo adattare le mie capacità al calcio italiano, inclusa la gestione della partita da parte degli arbitri per quello che riguarda i contatti con gli avversari. A volte il lavoro dell’arbitro è complesso anche a causa del comportamento dei giocatori che spesso chiedono falli o rigori per situazioni che non ci sono; in Inghilterra questo avviene meno. Io preferisco la maniera inglese di interpretare la partita, è più onesta e rispettosa. Ma non sono venuto qui per cambiare la mentalità di un Paese, sono venuto qui per adattarmi». E sul parallelo Mazzarri-Ferguson , Vidic ha spiegato: «Hanno un modo simile di costruire una buona atmosfera all’interno della squadra. I moduli sono diversi: a Manchester si giocava con un 4-4-2 o 4-5-1; Mazzarri ha idee diverse, ma l’importante è lo spirito di gruppo che entrambi vogliono creare». (Sir) Alex Mazzarri può essere contento.