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Dal Corriere della Sera, l'analisi sulla gara tra Bologna e Inter vinta dai nerazzurri grazie al primo sigillo di Gabigol: "Da una partita incastrata, noiosa e brutta, l’Inter riesce comunque a scartare due regali preziosi: la nona vittoria nelle ultime dieci partite e la prima rete in serie A di Gabigol, carica di significati. Il gol richiama alla mente Ronaldo e il 14 settembre 1997, quando proprio al Dall’Ara contro il Bologna il Fenomeno infilò la prima perla. Un successo importante per i nerazzurri per continuare la rincorsa Champions e presentarsi al meglio allo scontro diretto con la Roma di domenica.
Si può dire che così fanno le grandi squadre che anche nei giorni di magra riescono a trarre il massimo profitto, però oltre al risultato non c’è stato granché nell’Inter. Di sicuro è mancato il gioco e l’impeto di voler schiacciare un avversario mesto, giunto alla quarta sconfitta consecutiva. Le assenze di Icardi e Kondogbia hanno zavorrato i nerazzurri che non hanno rischiato nulla se non a tempo scaduto, ma non hanno neppure creato un’azione pulita oltre a quella del vantaggio. «Non siamo stati brillanti, ma abbiamo avuto grande mentalità: l’abbiamo portata a casa da grande squadra», ha suggerito Pioli. Della sofferenza i nerazzurri hanno fatto uno stile e anche stavolta il gol-partita è arrivato in coda al match: è il 13° realizzato negli ultimi 15 minuti, segnale di una formazione presente fino alla fine.
Sotto gli occhi del c.t. azzurro Giampiero Ventura, ha faticato parecchio Gagliardini. Senza Kondogbia a fargli da spalla, l’ex atalantino si è dovuto sobbarcare le due fasi: distruzione e impostazione, correndo più di tutti ma lasciando molto alla lucidità. Ne ha risentito la fluidità del gioco, sempre inceppato e senza sbocchi sulle fasce. Si è capito una volta e per sempre che Joao Mario non rende se schierato da centrocampista basso e l’Inter perde forza propulsiva con il portoghese lontano dalla punta. È esplosa in tutta la sua urgenza la necessità di un vero vice-Icardi. Palacio non solo ha fallito un’occasione facile facile in avvio, presto è scomparso lasciando una voragine in avanti.
Archiviato un primo tempo di una noia mortale e pieno di scolastici passaggini, Pioli si è deciso a correggere una formazione assopita. L’ha svegliata gradualmente, con l’ingresso di Ansaldi per dare vivacità alle fasce e provare a scardinare un Bologna, chiuso e senza velleità offensive. Con Candreva in giornata no, Perisic disponibile solo a tratti, è stato già troppo arrivare due volte al tiro nella ripresa. I rossoblù non hanno creato niente, solo intasato gli spazi. E qui va dato merito all’allenatore dell’Inter che nel finale ha smontato la formazione e la partita l’ha vinta azzeccando i cambi. L’ingresso di Banega doveva favorire la giocata, quello di Gabigol portare un guizzo. Il duo ha confezionato il gol nel finale: bravo l’argentino a infilare nel corridoio giusto la palla che D’Ambrosio ha recapitato a Gabigol.
L’appoggio in rete del brasiliano è stata una liberazione, per lui e l’Inter: le lacrime una conseguenza naturale. L’Inter non è stata bella, si è distratta solo in un finale confuso. Eder ha rischiato assai atterrando Dzemaili al limite, Handanovic ha dovuto fare il fenomeno all’ultimo respiro su Torosidis. È bastata però poca Inter per archiviare il Bologna e restare agganciati al sogno Champions".
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 20/02/17)
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