ultimora

CorSera – Le grandi devono liberarsi di molti giocatori, tra di loro ci sono i colpi di gennaio…

Gli eroi di gennaio, nel calcio che brucia tutto a una velocità stratosferica, sono diventati sopportati nell’afa di luglio. Durante il gelido inverno il Milan ha creduto che Alessio Cerci potesse risolvere i guai di Inzaghi e l’ Inter ha...

Francesco Parrone

Gli eroi di gennaio, nel calcio che brucia tutto a una velocità stratosferica, sono diventati sopportati nell’afa di luglio. Durante il gelido inverno il Milan ha creduto che Alessio Cerci potesse risolvere i guai di Inzaghi e l’ Inter ha immaginato che lo svizzero Xherdan Shaqiri fosse l’uomo del rilancio verso l’Europa. E che dire della Roma, che ha sognato lo scudetto con Seydou Doumbia? Sei mesi dopo è tutta un’altra storia. Il mercato, dopo i botti iniziali, è in fibrillazione. I ritiri, appena cominciati, hanno riportato alla luce un’amara verità: gli organici extralarge. E adesso prima di comprare bisogna pensare a vendere. Le nuove normative (rose a 25 come in Europa) significano tagli drastici e rinunce, anche sofferte. Il Milan insegue Zlatan Ibrahimovic dopo aver ingaggiato Bacca e Luiz Adriano, ma Galliani sa bene che per fare posto allo svedese dovrà ridurre sensibilmente il numero degli attaccanti. Mihajlovic ne ha contati dieci in rosa e almeno tre sono di troppo. El Shaarawy, destinato al Monaco, ha già salutato la compagnia. Ora toccherà ad Alessio Cerci, destinato ad una squadra italiana. E lo stesso Ménez, 16 gol nell’ultimo campionato, non è sicuro di conservare l’armadietto a Milanello: il Milan lo potrebbe sacrificare per arrivare a Witsel, il centrocampista dello Zenit.  Ma l’abbondanza va oltre l’attacco. Al momento sono 31 i rossoneri in organico: troppi considerando che, oltre a Witsel, Galliani presto lancerà l’assalto a Romagnoli

L’ Inter ha lo stesso problema. I 32 elementi in rosa stridono con i piani di Mancini. Per il tecnico, che detta le strategie, c’è un solo intoccabile: Icardi. Maurito è la stella su cui rifondare. Perisic è il prossimo colpo, seguito da Jovetic in vantaggio su Salah. Ma i nerazzurri stanno lavorando duramente sulle uscite. Shaqiri, arrivato a gennaio come una stella, è nel mirino dello Schalke 04, tanto che ieri Mancini gli ha risparmiato la prima amichevole con lo Stuttgarter. Poi toccherà a uno tra Guarin, Hernanes e Kovacic. I tifosi, nel ritiro di Riscone, hanno già fatto le loro scelte e le hanno manifestate con uno striscione: Kovacic e Santon non si toccano. Perché anche il «Bambino» è tra i possibili partenti insieme a Nagatomo, Andreolli, Vidic e Taider, tornato interista. «Qualcuno va ceduto», il diktat del Mancio

La Roma lavora da giorni su Dzeko e il centravanti ha già l’intesa con i giallorossi, ma il d.s. Sabatini non affonda il colpo perché non riesce a muovere neppure un attaccante per far posto al bosniaco: Doumbia è in trattative con il Watford, destro è eternamente vicino al Monaco, Gervinho ha rifiutato l’Al Jazira ed è finito nel mirino del Galatasaray. La Lazio è partita per il ritiro di Auronzo di Cadore con una serie di giocatori in sovrannumero: da Cana al Tata Gonzalez, passando per Konko e Ederson, per finire a Perea. Il lavoro di sfoltimento è difficile e l’intransigente Lotito, segno dei tempi, sta valutando se non sia il caso di favorire le partenze attraverso il pagamento di una buonuscita. 

Sarebbe la prima volta. La Juve sta sfoltendo in fretta: Ogbonna al West Ham, Marrone al Carpi, mentre Isla resta a disposizione di Allegri che ne potrebbe fare l’alternativa di Lichtsteiner. Il caso più spinoso è l’uruguaiano Martinez, arrivato nel 2010 per 12 milioni e sempre sulle spalle bianconere. La Copa America rischia di dare una mano al Napoli, trasformando il cileno Edu Vargas da esubero in una stella del mercato. Mentre la Fiorentina, avendo perso in scadenza di contratto o per fine prestito 11 giocatori (12 con Salah), ha un solo, ma grande, caso: che fare di Mario Gomez?