Per Spalletti è una questione di cuore, per l’Inter di testa. Finita la sosta si riparte con un big match tra due squadre ferite. Tra nerazzurri e giallorossi è una questione di Champions, una partita-spareggio nonostante Spalletti suggerisca il contrario. Chi perde sprofonda, soprattutto a livello psicologico. L’ Inter non vince da cinque turni e la Roma non sta meglio perché ha battuto soltanto il Cagliari. Entrambe hanno l’attacco tappato e non riescono a far defluire il gioco: appena due reti in 690’ (contando anche la Coppa Italia) i nerazzurri, la squadra di Di Francesco ne ha fatte 3 nelle ultime cinque uscite. Numeri di un’involuzione simile, tamponata in casa Inter da un terzo posto mantenuto nonostante la frenata. Il mercato dovrebbe aver riconsegnato serenità a Spalletti, che ha già abbracciato il difensore Lisandro Lopez, mentre oggi arriverà a Milano il centrocampista Rafinha. «Bisognerà aspettarlo un poco», analizza il tecnico, ma l’acquisto promette bene.
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CorSera – L’Inter deve riappacificarsi con il gol. Chi perde stasera sprofonda…
Davanti ai 60 mila di San Siro la sfida tra big che però non segnano più
Il brasiliano ha classe e può garantire quell’imprevedibilità mancata all’attacco. Non gioca da tanto, servirà rimetterlo in ordine prima di buttarlo nella tonnara. Secondo il Corriere della Sera Inter-Roma è soprattutto l’amarcord di Spalletti, il ritorno ciclico di un passato incancellabile, il rapporto con Totti. «Della mia doppia esperienza con la Roma non mi porto dietro le cose buone fatte, ma quelle che non sono riuscito a fare: mi ricordano che devo migliorare». Snocciolati gli insuccessi («mai vinto uno scudetto, tanti derby persi, troppi gol subiti») in un’ingenerosa invettiva contro se stesso, è naturale scivolare su Totti. «Non cerco più aggettivi per lui, vi firmo piuttosto una risposta in bianco: scrivete ciò che vi pare. A lui ho detto tutto, non ho situazioni da chiarire. Mi sono comportato come mi dovevo comportare e se lo incontrerò lo abbraccerò, come tanti altri».
Forse rimpiangendo un po’ l’alieno Radja Nainggolan che in estate poteva seguirlo e gli avrebbe fatto molto comodo. All’andata all’ Inter era andata di lusso: vittoria pesante all’ Olimpicodopo aver rischiato il collo. «Ci girò bene in un paio di episodi», concede Spalletti ricordando i due pali giallorossi prima della doppietta di Icardi che ribaltò il match. Stasera, davanti ai 60 mila di San Siro e con la squadra tutta recuperata, il tecnico deve riprendere la corsa. L’Inter invece deve riappacificarsi con il gol e ritrovare attori principali dispersi da un po’, Candreva e Perisic su tutti. Il dopo sosta è sempre stato amico di Spalletti: finora ha vinto tre volte su tre, quando ha riacceso il motore. «In una sfida dove tutte e due hanno bisogno di fare risultato, noi vogliamo soprattutto attaccare le nostre timidezze». Per battere la Roma e sconfiggere la strisciante paura tipica dell’Inter: il timore di affrontare come si deve i gironi di ritorno, troppo spesso tomba delle ambizioni. Spalletti lasciò Roma perché non aveva vinto nulla, qui puntella la panchina. «Ho due anni di contratto e voglio arrivare in fondo». Con la Championsin tasca.
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 21/01/18)
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