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CorSera – L’Inter resta in vetta e Spalletti allontana i gufi. L’obiettivo è…

Francesco Parrone

La Champions League resta il primo obiettivo, per lo scudetto si valuterà in corsa

Di paragoni se ne possono fare tanti, meglio però stare sulle certezze. Il pari di Torino con la Juve ha confermato l’imbattibilità dell’ Inter, lo 0-0 tra Napoli e Fiorentina il primo posto solitario dei nerazzurri. «Vedo molti dispiaciuti per questa prima sconfitta che tarda ad arrivare come se pensassero che sia un incantesimo da spezzare per far tornare nuovamente il cigno un brutto anatroccolo...», è stata la considerazione della domenica di Spalletti. «Sappiamo però che per adesso la fiaba è un’altra. È quella in cui sono i gufi a diventare colombe». Con tanti saluti a chi si aspettava il primo tonfo dell’Inter, ancora imbattuta.

Un’altra punzecchiatura il tecnico l’ha riservata all’opinionista - tifoso Sandro Pellò che su Juventus Tv aveva detto «l’Inter deve stare nelle fogne». Spalletti aveva risposto prima della gara con i bianconeri, ma ci è tornato sopra: «Grande prova e fogne vuote anche questa settimana». È una squadra che assomiglia all’Inter di Mourinho, pur avendo meno qualità. Anche se il portoghese del Manchester United evita i paragoni: «Spalletti ha la sua storia, io la mia, sono contento per il primo posto». Volendo andare oltre i confini del mondo nerazzurro, l’Inter di oggi ricorda la prima Juventus di Antonio Conte. Lo stesso Spalletti pare trasformato, usa parole da comandante, alterna complimenti a bacchettate per i suoi che comunque difende e sprona «Senza tregua». È proprio questo lo slogan scelto dall’allenatore e che contraddistingue i suoi messaggi sui social. «Senza tregua» per i nemici, per gli avversari, per gli stessi giocatori. «La squadra quando gioca partite come quelle contro la Juve ci deve mettere tutto quello che ha e a Torino non ce l’abbiamo messo. I giocatori non sono ancora convinti di tutta la loro forza. La rabbia che ha messo la Juve ci è mancata in alcuni tratti».

E qui - secondo il Corriere della Sera - spunta lo Spalletti che vuole di più, che chiede all’Inter uno scatto di mentalità e di scrollarsi di dosso le paure, di osare per fare il salto di qualità. Proprio come fece la prima Juventus di Conte che nella stagione 2011-12 non partiva favorita (c’era il Milan di Allegri e Ibrahimovic), però chiuse il girone d’andata prima a quota 41 e si prese lo scudetto con 84 punti: non perdendo mai, vincendo 23 partite e pareggiandone 15, un’enormità. «Finirà che eravamo quelli che avevano culo e ora invece ci si chiede di vincere il campionato», ha scherzato Spalletti, attento a non caricare di responsabilità la squadra, perché come va sempre ripetendo «è troppo facile creare fenomeni e falliti». Tradotto: se si alzano gli obiettivi e poi non si raggiungono, in tanti diranno che l’Inter ha fallito. Per questo il target resta la qualificazione alla Champions League. Fortuna o no, l’Inter è davanti con merito e le altre giocano per lei. Roma e Napoli hanno lasciato punti contro il Chievo che i nerazzurri hanno battuto 5-0. Gli uomini di Spalletti non hanno perso nessuno dei tre scontri diretti, peraltro giocati tutti fuori casa. Nelle prossime dieci partite ci sono due impegni duri con Lazio e Roma (entrambi a San Siro) e altri abbordabili. L’obiettivo rimane la Champions, ma l’alternativo piano-scudetto può diventare credibile.

(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 11/12/17)