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CorSera – L’Inter sbanca il campo stregato e fa un passo verso l’Europa

È la pioggia il motore dell’Inter, quando gioca a Parma. Diluviava il 18 maggio 2008 e i nerazzurri con una doppietta di Ibrahimovic avevano conquistato lo scudetto numero 16, il terzo di Mancini. Pioveva forte anche in questo sabato...

Francesco Parrone

È la pioggia il motore dell’Inter, quando gioca a Parma. Diluviava il 18 maggio 2008 e i nerazzurri con una doppietta di Ibrahimovic avevano conquistato lo scudetto numero 16, il terzo di Mancini. Pioveva forte anche in questo sabato pre-pasquale e l’Inter è tornata a vincere sul campo delle streghe, dove in 22 partite di campionato (dal 1990-1991) aveva perso 13 volte e pareggiato sei, con appena tre vittorie. Persino Mourinho si era dovuto accontentare dell’1-1 (10 febbraio 2010), prima che arrivassero tre k.o. consecutivi. Il quarto successo a Parma, con due gol (Rolando e Guarin) nella ripresa, come nel 2008, rappresenta per l’Inter una forte spinta verso la conquista di un posto in Europa League, anche se, visti i precedenti, qualsiasi previsione è fuori luogo. La conferma arriva dal rendimento recente dei nerazzurri: tre punti in quattro partite con Atalanta, Udinese, Livorno e Bologna (tre in casa), sei in due trasferte contro la Sampdoria e il Parma, che gioca un calcio di grande qualità, per tecnica, organizzazione e velocità con la palla e che puntava al sorpasso in classifica.

La partita è stata bellissima, per i colpi di scena che ha offerto e anche per gli errori che ha proposto, perché si è capito subito che le squadre erano interessate a tutto tranne che al pareggio. L’Inter non è partita male (Cambiasso per Icardi al 1’), ma è stato il Parma ad andare vicino al vantaggio con il colpo di testa di Cassano, sul quale Handanovic ha confermato di avere conservato l’ispirazione di Genova (9’). L’episodio ha dato il via al miglior momento della squadra di Donadoni, che ha costretto gli interisti a soffrire, senza riuscire a proporre un pressing efficace, perché Marchionni e compagni riuscivano sempre a nascondere la palla. Però l’Inter ha saputo rimettersi in partita, con Icardi, poi con Cambiasso e Palacio. La gara si è decisa nel finale del primo tempo e all’inizio del secondo. Handanovic è stato bravissimo a toccare sul palo il rigore calciato da Cassano (17ª parata su 52 penalty) e provocato da un intervento di Samuel su Parolo (palla persa, piede dell’argentino su quello dell’avversario, 44’): un minuto dopo, Cambiasso ha calciato sul palo, con pallone che poi è andato a sbattere su Mirante e invece che in rete, secondo le leggi della fisica, è finito in angolo. E subito dopo Icardi ha sprecato la palla del vantaggio. A inizio ripresa, il Parma è rimasto in 10: fallo di Paletta, già ammonito, su Nagatomo, espulsione (1’). Ma è stata una conseguente distrazione a condannare il Parma, perché Rolando. liberissimo di colpire di testa, ha firmato il break, con la quarta rete in 27 partite, a conferma che i difensori con la cura Mazzarri di gol ne hanno fatti tanti in questo campionato pieno di contraddizioni.

La gestione del vantaggio e della superiorità da parte dei nerazzurri è stata approssimativa (eufemismo); il Parma, nonavendo più nulla da difendere, si è buttato in avanti in massa, ha colpito la traversa con Lucarelli, ha avuto persino alcune controripartenze su errori incredibili degli interisti (Icardi ed Hernanes), ma alla fine non ce l’ha fatta a pareggiare ed è stato trafitto dal raddoppio di Guarin, che, appena entrato, ha tirato come mai aveva fatto in questa stagione. L’Inter resta una realtà misteriosa (27 punti in trasferta contro i 29 in casa, ma è solo un esempio) per quello che fa e che non fa, però, dopo mesi con Mazzarri, adesso è una squadra. Con vista sull’Europa.