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Dal quotidiano il Corriere della Sera il punto sul momento dell'Inter: "Stavolta stanno peggio gli altri e non è poi una gran consolazione per l’Inter, senza vittorie da quasi due mesi. Castigato da una settimana di ritiro punitivo e con i nervi a pezzi, il Genoa ha paura di cadere a piombo nel gorgo della zona retrocessione, i nerazzurri di uscire dalla lotta per l’Europa League. Quella del Ferraris diventa così la partita degli spettri e dei sospetti, con la disperazione come unica arma per salvare una stagione malandata. Per la terza volta negli ultimi cinque anni l’Inter rischia di non entrare in Europa e così ha preso a ragionare sul futuro. Al tecnico Pioli però l’impostazione non piace granché, «è inutile stare a pensare a quello che poteva essere e non è stato o a quello che sarà: c’è solo una cosa da fare, vincere le partite che mancano». Per andare in Europa League potrebbe non bastare e, sia come sia, difficilmente servirà al tecnico per tenersi la panchina.
Il tema del nuovo allenatore è d’attualità in casa nerazzurra da oltre tre mesi. La Fiorentina è la sicura via d’uscita di Pioli, lui nel frattempo va ripetendo che dalla società Inter ha sempre avuto sostegno, «il mio futuro poi sarà quel che sarà, con la dirigenza devo incontrarmi e poi valuteremo se a loro è piaciuto il mio lavoro o no». Nell’attesa il club bussa alle porte di mezza Europa, alla frenetica ricerca dell’undicesimo allenatore-taumaturgo del dopo-Mourinho. La speranza (o sogno?) è convincere Antonio Conte, vicino ormai al titolo in Premier League, o DiegoSimeone per ora inchiodato all’Atletico Madrid. Non ci sono però solo loro due. La riedizione estiva del casting è aperta a tutti i tecnici di buona volontà e non fa poi troppe differenze: liberi o impegnati l’importante è provare, qualcosa ne uscirà. Nell’attesa si è gettata via un’altra stagione, guastata prima da De Boer e poi dalle voci che hanno delegittimato Pioli e fornito un alibi allo spogliatoio.
In fondo il terzino D’Ambrosio ha ben fotografato la fragilità mentale della squadra: «Dopo il pari con il Torino abbiamo capito che ci era sfuggita la Champions League. A quel punto siamo crollati. Se Pioli merita la riconferma? Sarebbe giusto il silenzio da qua alla fine». Sarebbe giusto vincere e, come ha detto Pioli, «non tanto per l’Europa League, piuttosto perché portiamo una maglia gloriosa che lo impone». Quella maglia che in campionato Gabigol non ha mai indossato da titolare. La tentazione di farlo partire dall’inizio con il Genoa è forte. Non è bastata una stagione per capire il valore del brasiliano, pagato 30 milioni e adottato dalla tifoseria. È rimasto nascosto, come l’Inter, sconfitta già 12 volte in campionato. Chi dice che manca poco a colmare il gap con le prime tre in classifica mente. Spudoratamente".
(Fonte: Guido De Carolis, Corriere della Sera 07/05/17)
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