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L'analisi della vittoria nerazzurra contro il Pescara da parte del Corriere della Sera: "E adesso all’Inter non resta che andare a Torino e provare a battere la Juventus. È osare troppo? Non diremmo, perché lo stato delle cose dice che — alla 7ª vittoria consecutiva in campionato (la 9ª coppe comprese), al 25° punto su 30 disponibili nell’era Pioli, sorpassata al quarto posto la Lazio — questa squadra è definitivamente entrata in un’altra dimensione. Lo certifica una volta di più il 3-0 al Pescara, che è sì a pezzi e ultimo in classifica ma è pur sempre una squadra di serie A, quel campionato dove — proprio l’Inter lo sa bene per come con loro ha gettato caterve di punti — le piccole possono sempre apparecchiarti trappole fatali. Se non è accaduto ieri è perché i nerazzurri hanno provveduto a disfarsi in fretta di un avversario che, nonostante tutto, ha provato a giocare con dignità e senza barricate, sfiorando pure il gol al 23’ quando Kastanos ha impegnato da fuori Handanovic e poi Verre, in chiaro fuorigioco, ha inutilmente segnato. Prima però l’Inter aveva dominato con tecnica, gamba, impostazione tattica, voglia di fare, e fare bene. E così quando, pochi secondi dopo il blitz pescarese, la squadra di Pioli ha segnato con D’Ambrosio, liberissimo di appoggiare in rete un cross di Brozovic dopo un corner battuto con furba sveltezza, si è capito dove avrebbe condotto la serata.
Con una manovra non esplosiva ma pulita, paziente, più aggirante ai lati che percussiva in mezzo, favorita dall’interscambio tra i trequartisti (notevole la serata di Joao Mario) e dall’ottimo lavoro di sponda di Icardi, che su questo aspetto sta migliorando a vista d’occhio, sono arrivate infatti altre due palle gol con Gagliardini e Joao Mario e poi, in chiusura di tempo, uno spettacolare gol in Barcellona style: scambio stretto D’Ambrosio-Candreva sulla destra, uscita astuta di Icardi che si stacca e crea il cambio di fronte su Perisic, il cui cross secco da sinistra richiede all’onnipresente Joao Mario un semplice tocco da un passo. Nove passaggi mai banali per una rete splendida. Certo la difesa pescarese apertissima ha aiutato, ma è vero che la confidenza è una qualità che prescinde dall’avversario e si vede che questa Inter adesso ce l’ha, oltre che nella fase offensiva anche in quella difensiva, dove appare evidente il lavoro di Pioli sul recupero palla alta: un’operazione resa possibile dall’utilizzo di Medel arretrato. Dopo che nel recupero l’insufficiente Calvarese ha ignorato un contatto sospetto Bahebeck-Miranda al limite dell’area nerazzurra, nella ripresa l’Inter ha rifiatato un po’ troppo, trasformato la confidenza in sufficienza e rischiato quando Bahebeck e Verre al 14’ hanno costretto Handanovic a un doppio, decisivo intervento.
Un bel segnale di orgoglio del Pescara al quale l’Inter ha reagito con il 3-0 in contropiede e in fuorigioco di Eder, appena un minuto e 39 secondi dopo l’ingresso dalla panchina. Si sono create dunque le condizioni per l’ingresso di Gabriel Barbosa, accolto con un boato che manco con Ronaldo. Lui ha risposto con un bel tiro parato da Bizzarri e anche per stavolta è rimasto Gabi- non-gol, ma pazienza. Quello che conta per l’Inter è che anche questa è andata. Martedì c’è la Lazio in Coppa Italia, poi domenica la Juve. Esami, bivi, finali. Chiamatele come volete, ma il senso è proprio quello: l’Inter non può più sbagliarle. E ora sembra avere tutte le qualità per riuscirci".
(Fonte: Alessandro Pasini, Corriere della Sera 29/01/16)
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